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lunedì 2 marzo 2009

Recensione libro Il rosso e il nero

Pseudonimo di Henry Beyle, scrittore francese, nacque a Grenoble nel 1783, da una ricca famiglia; morì a Parigi nel 1842.

Da giovane si trasferì a Parigi e nel 1800 raggiunse l'armata napoleonica in Italia. Dal 1806 al 1814 fece parte dell'amministrazione imperale. Alla caduta di Napoleone si trasferì a Milano, che fu costretto ad abbandonare nel 1821 poiché sospettato di attività cospirative dalle autorità austriache. Dopo la rivoluzione del 1830, ritornò in Italia come console francese a Civitavecchia: questo incarico gli lasciò il tempo di viaggiare e di scrivere Nello stesso anno uscì infatti il suo primo romanzo: Il rosso e il nero, cui seguì, nel 1839, La certosa di Parma. I due romanzi trattano della sconfitta di individui ad opera della società. Le opere di Stendhal si distaccano dalla corrente stilistica romantica e, per il loro stile che si avvicina quasi a quello della cronaca, si avvicinano alla corrente naturalistica. All'inizio, per questa sua diversità non ebbe successo: esso arrivò più tardi, alla fine del XIX secolo.
Il Rosso e il Nero

Tutto ha origine a Verrieres, un paesino della Francia, dove Julien Sorel, figlio di un legnaiolo viene assunto come precettore dall'allora sindaco signor De Renal. Giunto in casa di questi il giovane entra subito nelle simpatie dei familiari, infatuandosi della consorte del sindaco, che a sua volta, dopo un periodo di tremende titubanze ricambia l'amore, fino ad arrivare ad amare più Julien che il marito. Il rapporto inizia ad incrinarsi con la malattia di Stanislas, figlio dei coniugi, a causa della quale la signora de Renal ha forti rimorsi di coscienza. La relazione fra i due giunge alle orecchie del signor de Renal a causa di ciò che nel paesino si vocifera e di una lettera anonima. Così Julien parte alla volta di Besançon per studiare in seminario: qui, però, viene notato dal marchese de la Mole perché sa ripetere a memoria qualsiasi passo della Bibbia. Così viene assunto come segretario, ma ben presto in lui sboccia l'amore per Mathilde, la figlia del marchese. Non subito questi è ricambiato, ma Julien, seguendo i consigli di un suo amico russo, di nome Korasov, conosciuto durante un viaggio d'affari, la fa ingelosire scrivendo lettere d'amore alla marescialla de Fervaques. Questa tattica funziona e ben presto Mathilde si concede a Julien. Qualche tempo dopo scopre che era rimasta incinta. Così ella dice al padre di voler sposare il suo amato: il marchese de la Mole non è affatto felice, ma concesse ugualmente ai due una cospicua rendita per il loro matrimonio. A turbare ulteriormente il tutto è una lettera scritta dalla signora de Renal, la quale comunica che Julien è un senza scrupoli che per avere più importanza nella società approfitta della debolezza delle donne di famiglie ricche, che da lui sono sedotte. Così il giovane ritorna a Verrieres e, munendosi di due pistole, ferisce con due colpi la signora de Renal: per questo viene arrestato e condannato a morte. Durante la sua prigionia riceve le quasi sgradite visite di Mathilde e quelle gradite della signora de Renal. Julien viene ghigliottinato. Mathilde bacia la testa mozzata e senza vita di Julien e fa celebrare un sontuoso rito funebre, nel quale distribuisce ingenti quantità di denaro in monete da cinque franchi, e durante il quale seppellisce personalmente il capo dell'amato. La signora de Renal muore alcuni giorni dopo, abbracciando i suoi figli.
Commento

Il libro risulta abbastanza interessante anche se la storia non è delle più avvincenti. Sono presenti ampi monologhi interiori e soliloqui e hanno molto spazio le riflessioni e le impressioni personali. Il racconto della vicenda è arricchito spesso da considerazioni sulla politica e il modo di vivere della Francia dell'Ottocento. Sicuramente la figura di Julien è molto affascinante, nei suoi atteggiamenti che allora erano erroneamente ritenuti non adeguati ad un ragazzo di estrazione sociale meno che mediocre come era lui: forse proprio questo contrasto aveva un particolare fascino sulle donne. Il suo amore per le due donne sembra sincero, anche se ciò non è dimostrato dalla rapidità con la quale le due relazioni si sono susseguite: dimostra anche una certa impulsività quando parte per andare ad uccidere la signora de Renal, ma anche una certa freddezza quando è molto accorto nel non lasciare indizi della sua venuta nelle camere delle donne da lui amate. Il linguaggio usato dall'autore è piuttosto semplice e lineare, le sue descrizioni vivaci e particolareggiate e il suo modo di fare quadro delle situazioni è agile e di facile comprensione. Nell'opera è ben manifesta la mentalità di quell'epoca, in cui gli altolocati guardavano con disprezzo gli appartenenti alle classe sociali più umili. L'autore interviene in prima persona nel racconto della vicenda quanto nel riportare sue impressioni personali, contribuendo così ad instaurare col lettore un rapporto che può essere definito quasi confidenziale.

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