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lunedì 2 marzo 2009

Recensione libro Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe

Il romanzo "Le avventure di Artur Gordon Pym" è l'unico scritto da Edgar Allan Poe che,

nel corso della sua vita, ha scritto in gran parte racconti e poesie. Il romanzo fu scritto a cavallo tra il 1837 e il 1838 e narra la storia del giovane Artur Gordon Pym, il quale, attratto dal mare insieme al suo amico Augustus, vivrà terribili avventure a bordo dela baleniera "Grampus", tra cui la più bella e significativa del romanzo è senza dubbio l'apparizione della nave dei morti. La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista, che la scrive per un giornale diretto, fino a poco tempo prima che Pym iniziasse a narrare la storia, dal signor Poe. Il romanzo si apre con una nota introduttiva del protagonista, il quale chiarisce perché abbia scelto di far pubblicare le sue avventure: si rende infatti conto che queste sono di natura così fantastica che poche persone riuscirebbero a credergli, ma insiste nel dire che nulla delle cose narrate è frutto della sua fantasia. Pym spiega inoltre che le sue avventure vengono attribuite al Poe perché questi decise di pubblicarle nel "southern messenger" sotto forma romanzesca. La nota si chiude dicendo che i primi capitoli sono stati scritti personalmente da Gordon Pym , gli altri sono stati narrati dal Poe (senza comunque alterare il reale svolgimento dei fatti).

Le avventure di Gordon iniziano durante una notte tempestosa, nel mezzo della quale il suo migliore amico, Augustus, gli chiede di uscire per fare un giro in barca. Gordon è eccitatissimo all'idea e non si fa scappare l'occasione, soprattutto perché si fida ciecamente della conoscenza che l'amico possiede sul mare. Quando Gordon si accorge però che Augustus è ubriaco e che per questo non può governare l'imbarcazione, è ormai troppo tardi e si trovano a dover far fronte da soli ad un'improvvisa bufera. I due ragazzi riescono comunque a salvarsi, ma l'avventura vissuta col suo amico sull'imbarcazione, invece di dissuaderlo e di allontanarlo dalla passione verso il mare e le imbarcazioni, lo eccita moltissimo, e quando Augustus gli chiede di imbarcarsi con lui a bordo di un brigantino per una certa spedizione, lui coglie subito l'occasione. Gordon Pym s'imbarca dunque sulla baleniera Grampus, nascosto nella stiva dal momento che la sua famiglia non vuole farlo partire, e porta con se anche il suo cane terranova Tiger.
In questa prima parte il protagonista descrive le giornate trascorse nella buia stiva parlando tra l'altro delle frequenti visite ricevute dall'amico Augustus, il quale gli aveva promesso di portargli cibo e acqua ogni giorno finché non si fossero allontanati abbastanza da poter lasciare uscire Gordon. Per i primi due giorni tutto va come previsto, poi però Gordon non riesce più ad avere notizie di Augustus, la sua acqua ed il suo cibo sono terminati ormai da giorni e l'aria è diventata irrespirabile. Un giorno finalmente nel suo nascondiglio appare il suo cane, che tiene legato al collo un messaggio nel quale l'amico gli spiega che la sua vita dipende dal rimanere nascosto. Augustus può andare in suo aiuto solo qualche giorno dopo avergli inviato il messaggio e quando arriva, resosi conto della situazione in cui Gordon era stato costretto a vivere per tanto tempo, pensa di trovarlo morto. Quando si rende conto che è ancora in vita lo trascina fino alla sua camera dove il ragazzo può beneficiare di cibo, acqua e aria fresca. In questa circostanza Augustus gli spiegò che non era potuto correre in suo aiuto perché la sua stessa vita era stata in pericolo: in quei giorni era infatti scoppiata una rivolta e la parte dell'equipaggio che aveva tentato di difendere la nave era stata abbandonata su un'isola ad eccezione dello stesso Augustus, che fu invece tenuto in una sorta di prigionia. L'ammutinamento a bordo del Grampus è descritto in modo molto grottesco da Poe: viene capitanato da un grosso cuoco negro dalle orribili fattezze, che fa ammazzare a colpi di sprangate alla testa decine di marinai, che poi vengono buttati in mare. Dopo non molto tempo a bordo si accende un altro furibondo litigio tra i rivoltosi che si erano divisi in due fazioni: l'una vuole usare il brigantino per assaltare le navi eventualmente incontrate, l'altra vuole che il brigantino torni ad avere la sua rotta originaria. Della seconda fazione fa parte Peters, un meticcio che, dopo la morte e il passaggio alla fazione contraria dei suoi seguaci, chiede l'appoggio di Augustus per entrare in possesso della nave ed è in questo momento che il ragazzo decide di rivelare la presenza di Gordon che fino a quel momento era rimasto ancora nascosto. Approfittando del fatto che lo stesso giorno era morto un uomo per avvelenamento Augustus decide di rubare i vestiti del cadavere (rimasto a bordo per caso) e di metterli addosso a Gordon che si sarebbe finto il suo fantasma. In questo modo i ragazzi riescono ad impadronirsi della nave uccidendo tutti gli uomini della fazione contraria, ad eccezione di Parker il quale serve per governare l'imbarcazione, dove di fatto rimangono però solo quattro uomini: Parker, Peters, Pym e Augustus, che tra l'altro è rimasto gravemente ferito al braccio e non può pertanto essere di alcun aiuto. L'imbarcazione verrà però danneggiata da una terribile bufera che ridurrà i quattro alla fame fino ad arrivare ad un gesto estremo: uno di essi, infatti, Parker, propone di tirare a sorte per vedere chi deve essere mangiato dagli altri e la sorte sceglie proprio lui, che dopotutto morirà dignitosamente. La permanenza sul Grampus dura ancora parecchio tempo, durante il quale ci saranno diversi avvistamenti di navi che potrebbero salvare i naufraghi, tra cui l'avvistamento di una nave fantasma piena di carogne, che rappresenta una delle parti più belle del romanzo. Proprio quando i tre stanno pensando a tirare di nuovo a sorte per decidere chi si sacrificasse per gli altri, una gigantesca tartaruga marina gli salva la vita: ha il collo pieno d'acqua e le sue carni sono ottime. Purtroppo Augustus non può beneficiare a lungo di ciò perché il suo braccio si è infettato e lui ha iniziato a dimagrire molto velocemente. Poco tempo dopo il ritrovamento della tartaruga morrà per denutrizione e verrà gettato in mare. Gordon e Peters devono affrontare un'altra grande tempesta durante la quale l'imbarcazione si rovescia e vanno perse tutte le provviste che avevano fatto con la tartaruga. La tempesta dura alcuni giorni, al termine dei quali Gordon e Peters si accorgono che dopotutto la tempesta non aveva solo portato distruzione: infatti la nave rovesciandosi aveva fornito ai ragazzi delle ottime ostriche. Il cibo abbonda dunque, ma manca da bere e quando sono oramai convinti della loro capitolazione, vengono poi salvati dalla Jane Guy, una goletta di passaggio.

Fino a questo momento la narrazione è stata molto simile a quella di un romanzo di avventure marine, ma è ora che il romanzo compie una svolta molto importante: la nave su cui Gordon e Peters si erano imbarcati era diretta al Polo Sud: si dovevano infatti fare degli accertamenti su delle isole che erano state avvistate da qualche altra nave. Delle isole cercate non c'è però traccia ed è ormai giunto il momento di tornare a casa quando Gordon convince il capitano della nave a proseguire verso Sud. Giungono così ad un'isola sconosciuta dove vive una strana popolazione di indigeni. La popolazione indigena è una delle migliori fantasie che Poe mette nel romanzo: sono tutti neri, compresi i loro denti e non sopportano la vista di qualsiasi cosa che non sia nera e, d'altronde, tutta l'isola in cui vivono e nera o scura, vegetazione e rocce comprese. Non v'è nulla che ricordi il bianco e gli indigeni si rifiutano di toccare qualsiasi cosa sia di quel colore. Forse è proprio il colore della pelle che spinge gli indigeni a trarre un'imboscata a tutti gli uomini della nave. Gordon e Peters si salvano per caso, perché durante l'imboscata sono rimasti bloccati in una caverna. Si accorgono dell'accaduto solo quando vedono gli abitanti dell'isola appiccare il fuoco alla loro nave. Rimangono così nascosti per molto tempo ma, finite le provviste, sono costretti ad uscire allo scoperto. Prendendo in ostaggio un indigeno riescono ad arrivare ad una nave sita nei pressi dell'isola e a fuggire. L'indigeno catturato muore non appena comincia a cadere una candida neve bianca.

I superstiti intraprendono così un viaggio verso il Polo Sud, dal quale distavano poco, ed è a questo tempo che Poe interrompe bruscamente il narrato: Gordon e Peters stanno per raggiungere un'isola in cui tutto tende al bianco, quando la narrazione ritorna alla caverna in cui i due si erano rifugiati: Gordon e Peters vi avevano trovato delle scritte che avevano pensato fossero lì solo per caso e che invece, spiega lo scrittore, avevano un senso: erano infatti un verbo etiopico (che significava "essere oscuro") uno arabo (che significava "essere bianco") ed una parola egiziana (che indicava la regione del Sud). Nella medesima nota il narratore ci annuncia la morte di Gordon Pym che per questo non ha avuto modo di finire il racconto.

Posso dire con sicurezza che l'ambientazione marittima deve aver ispirato moltissimo il Poe, dal momento che è in questo scenario che lo scrittore riesce a esprimere tutti i suoi "generi" di fantasie macabre, dai personaggi strani e inquietanti ai comportamenti contro natura (come il cannibalismo), dagli equivoci dai risvolti macabri all'inspiegabilità e all'illogicità d'alcuni eventi, il tutto narrato in modo chiaro e sorprendentemente lucido dal protagonista della vicenda Artur Gordon Pym. La durezza del mare fa da palcoscenico ideale a episodi come l'avvistamento della nave fantasma, piena di uomini morti di peste gialla o la lotta contro il cane Tiger, diventato improvvisamente rabbioso per la mancanza d'acqua.

Da un punto di vista dell'analisi del testo, va innanzitutto detto che ci troviamo di fronte a un testo letterario, e specificatamente a un romanzo d'avventura. Il narratore è interno alla narrazione e coincide con il protagonista. Essendo l'intero romanzo una sorta di diario di bordo (anche se è stato scritto a posteriori), il testo può essere chiamato denotativo e possiamo comunque affermare che è presente la funzione testimoniale. Proprio per questa ragione la focalizzazione è interna al romanzo.

Personalmente mi è molto piaciuto il romanzo, soprattutto perché Poe è riuscito a rendere sensazioni di terrore e, diremmo oggi, di horror, senza far comunque ricorso a grandi invenzioni o a grandi slanci di fantasia: il romanzo è incentrato semplicemente sulla dura vita marina, ma il terrore viene comunque reso attraverso delle descrizioni molto accurate, spesso con un linguaggio molto veloce per aumentarne il ritmo e quindi la suspence

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