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venerdì 27 febbraio 2009

Tema gratis Filosofia Pascal

Blaise Pascal è nato a Clermont-Ferrand nel 1623 ed è morto a Parigi nel 1662, egli si può considerare il più originale pensatore francese del Seicento dopo Cartesio.

. La sua riflessione, per quanto riguarda gli interessi scientifici, si lega ai problemi sollevati dal cristianesimo, mentre, per quel che riguarda gli interessi religiosi, si intreccia intensamente alle vicende storiche del giansenismo. La sua fama filosofica è comunque legata soprattutto ad un’opera postuma e incompiuta, i Pensieri che, per le circostanze stesse della composizione e della edizione, ha molto contribuito ad alimentare l’immagine di pensatore frammentario, di tono prevalentemente morale o esistenziale, per certi versi vicino alla sensibilità contemporanea, con il suo pathos tragico.
Meccanica e fisica: le esperienze sul vuoto
Nell’ottobre del 1646 avuto notizia dell’esperimento sul vuoto condotto da Torricelli, Pascal decide di ripeterlo con l’aiuto del padre ottenendo le prime conferme sperimentali sulla pesantezza dell’aria e dell’infondatezza della dottrina aristotelica dell’horror vacui, secondo la quale nella natura non esisterebbe il vuoto. Nell’ottobre del 1647 Pascal pubblica i suoi resoconti riguardanti gli esperimenti condotti a Rouen (Expériences nouvelles touchant le vide). Nonostante la prudenza di Pascal nel proporre le sue idee, egli fu attaccato dal gesuita padre Noel. Per vincere i dubbi dei suoi avversari Pascal realizza l’esperienza del colle Puy-de-Dome, facendo ripetere più volte l’esperienza di Torricelli a diverse altitudini, riuscendo a dimostrare una correlazione fra la pressione atmosferica e il livello del liquido contenuto nel tubo barometrico (Traités de l’équilibre des liqueurs et de la pesanteur de la masse de l’air).
Critiche del principio di autorità
Pascal distingue due tipi di discipline: quelle storiche e quelle scientifiche (o dogmatiche). Le discipline storiche dipendono solamente dalla memoria non avendo per oggetto se non di sapere quello che gli autori hanno scritto, mentre le discipline scientifiche dipendono solamente dal ragionamento avendo per oggetto la ricerca e la scoperta delle verità nascoste. Il ricorso al principio d’autorità nelle discipline storiche è legittimo, mentre nelle discipline scientifiche è inutile, poiché si tratta di ciò che cade sotto i sensi o sotto il ragionamento: l’ autorità è inutile, la ragione sola può conoscere. La prerogativa dell’uomo è quella di progredire infinitamente nell’esperienza e nel sapere.
Ipotesi ed esperimenti
In un secolo dominato dall’esprit de systéme, dalla tendenza cioè a dedurre da uno o più principi semplici l’intero sistema della natura, Pascal è l’esempio più cospicuo di un autentico spirito positivo. Pascal cerca di non applicarsi mai a questioni di teoria generale, ma a questioni di problemi concreti e particolari. Pascal apprezza i procedimenti deduttivi e la geometria, ma non vuole che il ragionamento deduttivo prenda il posto, nella spiegazione scientifica, dei fatti e delle esperienze.
Esprit de géometrie e esprit de finesse
La differenza fra esprit de géometrie ed esprit de finesse è essenziale nel pensiero pascaliano. Lo spirito di geometria procede per definizioni e per progresso di ragionamento, i suoi principi sono palpabili, ma lontani dall’uso comune, perciò ci vuole un certo esercizio per afferrarli. Lo spirito di finezza parte da principi così sottili e in così gran numero che è quasi impossibile che non ne scappi qualcuno, esso non si applica alla scienza, ma a tutto ciò che si riferisce al gusto, al sentimento, alla vita morale. Nella vita per Pascal alle volte capiamo delle cose non attraverso la matematica (esprit de géometrie), ma attraverso l’esprit de finesse, attraverso la "sapienza cordis". La ragione deve capire che ci sono molte cose superiori a lei.
Il divertissement
Con il termine divertissement Pascal intende tutte le occupazioni particolari in cui l’uomo si impegna, al solo scopo di nascondere a se stesso questo minaccioso senso di vuoto e di nullità. Gli uomini non avendo potuto liberarsi dalla morte, dalla miseria, dall’ignoranza, hanno deciso, per essere felici, di non pensarci. L’uomo è manifestamente fatto per pensare ma se pensasse veramente alla sua condizione scoprirebbe di non stare bene e qui interviene il divertissement, che consiste nel fuggire se stessi, nel fuggire l’effettiva condizione dell’uomo. L’uomo è una canna pensante schiacciata fra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
I pensieri
Sino all’ultimo Pascal lavora ad un’incompiuta Apologia del cristianesimo, di cui i più celebri frammenti pubblicati postumi con il titolo Pensieri costituiscono il materiale preparatorio. A differenza dell’apologetica tradizionale, incentrata sui metodi scolastici e sulle prove razionali dell’esistenza di Dio, Pascal rivela nei Pensieri una sostanziale sfiducia nei metodi dimostrativi nel campo della fede religiosa. Nutrito di spiritualità agostiniana e paolina, Pascal è persuaso che Dio non sia oggetto tanto di convinzione razionale, quanto piuttosto di un sentimento irrazionale: "Il cuore, e non la ragione, sente Dio. Ecco cos’è la fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione" (sapienza cordis). A formare questa convinzione concorrono, accanto alle pessimistiche considerazioni sul peccato originale, che ha reso la ragione impotente a raggiungere con le sole forze del lume naturale Dio e la verità, gli esiti scettici del pensiero moderno (influenza di Montaigne) e le stesse conclusioni della nuova cosmologia, nella quale l’uomo perde la posizione centrale nell’universo, perciò Pascal cerca di far coesistere le scoperte scientifiche con i dogmi religiosi.
La fede è una scommessa
In questo cielo "vuoto", dove i segni della presenza divina sono assenti ("il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi spaventa") la ricerca del Dio nascosto diventa un affare di coeur, un appello alle sorgenti più segrete del sentimento religioso e della ricerca di felicità da parte dell’uomo. Ma la fede in verità è una scommessa, infatti chi ha fede perché è un credente può tranquillamente scommettere sull’esistenza di Dio e chi non ha questa fede farebbe bene a scommettere ugualmente sull’esistenza di Dio perché se esiste si è "guadagnata" la vita eterna, se al contrario Dio non esiste non si è perduto nulla e si è vissuti in modo saggio.

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