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lunedì 23 febbraio 2009

Tema gratis Giovanni Verga

Giovanni Verga nasce da una famiglia di agiati possidenti. L’insegnamento che gli viene impartito da un professore privato, il sacerdote Abate, liberale e patriota, di tendenze letterarie incline al romanticismo, lo avvia a cimentarsi nel romanzo storico di ispirazione patriottica. Nascono così Amore e patria e I carbonari della montagna.

Tra il 1860 e il 1864 Verga si dedica al giornalismo politico, fondando e dirigendo alcuni periodici destinati a breve vita. Nel 1863 pubblica il suo terzo romanzo, Sulle lagune.
Nel 1865 soggiorna a Firenze, attirato dal prestigio culturale di cui godeva questa città.

Qui ritornerà più volte e vi risiede quasi stabilmente tra il 1869 e 1871. A questo periodo appartengono i primi due romanzi "scapigliati", Una peccatrice e Storia di una capinera.
Nel 1872 si trasferisce a Milano e qui frequenta gli scrittori della Scapigliatura e partecipa intensamente alla vita letteraria e teatrale di quel tempo.

Negli anni che seguono scrive ancora opere di gusto scapigliato e tardo-romantico come Eva, Tigre reale, Eros , ma si accosta sempre più alla narrativa del realismo francese ( Zola ) .

Nel 1878 ha già delineato il programma del ciclo dei "vinti".
Nel 1881 pubblica i Malavoglia accolti da scarso entusiasmo dei lettori .
Nel 1895 a Roma si incontra più volte , assieme a Capuana, con il maestro del naturalismo francese Zola, il quale si mostra piuttosto perplesso di fronte alle idee che il Verga gli espone in fatto di letteratura.

A fine ‘800 si dedica prevalentemente al teatro con i drammi La lupa e In portineria e intorno al 1907 lavora alla Duchessa di Leyra.

Appartato e solitario, vive gli ultimi suoi anni a Catania, dove muore nel 1922.

Pur partendo dai postulati teorici del verismo, scrisse opere di grande valore umano e poetico. Infatti il suo verismo non fu una fredda, distaccata e anonima produzione del reale: nonostante l’intenzionale impersonalità, la sua opera rispecchia una personale visione del mondo ed il suo forte sentimento di dolore e di tristezza di fronte alla vita.

Il verismo produsse nell’autore due effetti positivi . Lo distolse dagli ambienti aristocratici borghesi e dall’ossessione sentimentale dei romanzi giovanili orientandolo verso il mondo più vero e reale degli umili. Inoltre , aiutò il Verga a esprimere i propri sentimenti con commozione contenuta ma ugualmente intensa.

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