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mercoledì 25 febbraio 2009

Tema gratis La violenza negli stadi

Noi alunni seguiamo con interesse la partita di calcio alla televisione e leggiamo spesso anche i quotidiani sportivi, specie durante i campionati di calcio oppure dopo una partita importante. Un atleta o una squadra che vince riceve tutta la nostra ammirazione, tanti applausi e complimenti soprattutto da parte degli sportivi e dei giovani.

Spesso però non viene considerato che si raggiungono certi traguardi a caro prezzo, con sacrifici, rinunce e allenamenti continui. Esercitare uno sport richiede anche lealtà, pazienza, amicizia e solidarietà.
Questo, purtroppo non appare negli stadi, dove si assiste sempre più di frequente ad episodi di violenza e di razzismo, soprattutto nei confronti dei giocatori di colore, quali appena toccano il pallone, i tifosi della squadra avversaria li insultano e spesso lanciano oggetti dagli spalti.
Sul campo si verificano risse, sputi e minacce contro questi giocatori.
A volte negli stadi si vedono alcuni striscioni contro i neri , con frasi xenofobe, come per esempio: Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case ...
Queste offese non sono di certo atteggiamenti da persone civili.
Ultimamente leggiamo troppo spesso anche notizie su scontri negli stadi tra poliziotti e ultrà .
Secondo noi questi non sono veri sportivi se non riescono ad accettare la sconfitta della loro squadra e se non rispettano neanche gli altri tifosi che da tempo attendevano di assistere a quella partita, per sostenere i propri "beniamini"e trascorrere una buona giornata.
La violenza e il razzismo non si verificano soltanto all'interno dello stadio, ma anche al di fuori, infatti sui muri e per le strade delle città italiane si possono vedere scene di quotidiana follia.
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Traccia:
Ancora recentemente la cronaca ha riportato episodi di teppismo e scontri tra avverse tifoserie per una partita di calcio. Quali sono, secondo te, le motivazioni di atti di questo genere e come è possibile porvi rimedio?
Svolgimento:
Il calcio è uno sport bellissimo. Più e più volte rimango affascinato da un passaggio smarcante o dal modo in cui un giocatore addomestica la palla, serpeggiando tra gli avversari. Certamente sono anche tifoso di una squadra di calcio, mi esalto per i suoi successi e mi dispero per le sue sconfitte. Penso anche che andare allo stadio, partecipare ai cori, che non sempre sono ingiuriosi o volgari, sia un’esperienza bellissima. Lo sapete, per esempio, che i tifosi della mia squadra spesso intonano una bellissima canzone dialettale quando aspettano l’entrata in campo dei giocatori? È proprio perché amo tutto ciò che non riesco a capire le persone che trasformano questa festa dello sport in una rissa senza scopo. Indubbiamente , certe volte, le decisioni arbitrali sono discutibili, ma un conto è sollevare critiche lecite e motivate, un altro è scagliarsi. Alcuni giocatori simulano un fallo, ed anche questo è riprovevole, ma non per questo è giusto scatenare una rissa con le tifoserie contrarie. Io, per esempio, ho tantissimi amici che tifano per l’altra squadra cittadina, ma non per questo ho mai pensato di menarli per la loro fede calcistica avversa alla mia. È lo stesso discorso del sabato sera. Perché per alcuni il sabato sera è solo un’ottima occasione per divertirsi e per altri, invece, significa sballo e perdita del controllo di sé?
Come è possibile arrivare a mettere a repentaglio la vita propria e altrui. Forse le motivazioni per un atteggiamento del genere vanno ricercate al di fuori degli stadi, e forse sono troppe e troppo complesse per essere generalizzate, senza osservare il caso specifico, a causa delle implicazioni sociologiche e psicologiche: disoccupazione, disagio giovanile, nevrosi, istinto di aggressività represso, idee rivoluzionarie o xenofobe.
Penso, per esempio, agli striscioni razzisti che campeggiavano in alcuni stadi, prima che questo fosse proibito per legge. È evidente che il disagio, la prepotenza che non si sfogano in altri posti, qui, tra migliaia di persone infervorate, può trovare un suo posto.
Cause sociali, invece, potrebbero spiegare come mai Liverpool, che è una città in decadenza, con un’industria in grave crisi e tanta disoccupazione, conta un numero così alto di tifosi esagitati. Ma il fenomeno della violenza negli stadi è presente anche in altri paesi, e non solo in Inghilterra. Scene di inaudita brutalità si sono verificate recentemente anche in nazioni asiatiche o africane, a testimonianza di come non solo il calcio, ma anche l’imbecillità non conosca confini.
Infine, cerchiamo di riflettere. Sì, è vero, se la nostra squadra perde ci rimaniamo male, ma in fin dei conti gli unici a rimetterci di tasca propria sono i giocatori o i proprietari, che magari sono già miliardari. Per fortuna noi non siamo di quelli che scommettono milioni su una partita (né possiamo truccarla per guadagnarci su). Pertanto a noi conviene continuare a goderci di questo sport solo lo spettacolo e la festa, lasciando disperazione e rabbia ad altri.


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Il tifo negli stadi

Non sempre il tifo viene preso per divertimento, passione o entusiasmo. Anzi, non è che non viene praticato per questi scopi. A volte si viene presi dal troppo entusiasmo, e si finisce col picchiarsi, perchè magari in campo è sceso un arbitro venduto. A voltre, purtroppo, qualcuno ci fuore, anche se magari era innocente. Purtroppo la violanza negli stadi è un tema d'attualità, moderno, diffusa in tutt'Italia, praticata sopprattutto dai giovani, che sono i tifosi più sfegatati. Spesso la causa è il comportamento dell'arbitro. L'arbitro assegna un rigore, che secondo la squadra avversaria è inesistente? Bene: dapprima giungeranno grida del tipo: "ARBITRO VENDUTO", oppure "QUANTO TI HANNO PAGATO?", per citare quelle più innocenti. Poi, i tifosi della squadra alla quale era stato assegnato il rigore, urleranno frasi indecenti ai tifosi avversari, i quali inizieranno a menarli di santa ragione. A questo punto, interverrano le forze dell'ordine, che spesso vengono ferite, se non direttamente uccise. Solitamente si crea una rissa gigante, nella quale vengono immischiate anche persone che volevano semplicemente assistere in modo pacifico alla partita della squadra del cuore, e vengono così create altre vittime. Le forze dell'ordine riescono poi a fermare la rissa, e ad arrestare qualcuno, ma, secondo me, i colpevoli veri propri riescono sempre a fuggire! Un altro motivo della comparsa della violenza negli stadi è la simulazione di un fallo da parte di un giocatore. Se i tifosi degli avversari se ne accorgono, gli altri tifosi passeranno un brutto quarto d'ora. E anche qui, oltre ai feriti, si creano morti, spesso vittime innocenti di tifosi scalmanati. Un altro motivo di rissa sono i tifosi, che per qualche stupido motivo, tirano oggetti in campo. I vigilanti accorrono sempre a fermare il pazzo tifoso, ma il più delle volte vengono letteralmente assaliti dagli amici del pazzo tiratore di oggetti. In questi ultimi tempi, negli stadi sono stati vietati cartelloni razzisti e offensivi verso le altre squadre, perchè anche questi provocavano spesso risse, che finivano immancabilmente in tragedia. Certo che gli adulti a volte, proprio non ragionano! Persino i bambini riescono a capire che tifare la popria squadra del cuore vuol dire incitarli a fare di meglio e a vincere in modo pacifico e leale, e non menare a sangue i sorveglianti e i tifosi delle altre squadre. Arrivare ad uccidere per undici persone che corrono in campo per prendere a calci una palla! Ma dove si è mai visto?!? Purtroppo, negli stadi! Questa situazione non è diffusa soltanto in Italia! Avete mai sentito parlare degli hooligans, i tifosi inglesi, conosciuti come i più pazzi, i più scalmanti, i più sfegatati tra i tifosi europei, ma che dico, mondiali??? Io non capisco che ci si trovi nel picchiare per dei miliardari che praticano il gioco del calcio! Ragazzi, e un gioco! Voi non ci guadagnate niente, se la vostra squadra preferita vince il campionato, o scende in serie "B": se sono delle schiappe, che ci potete fa'?? Di certo non vincono perchè voi picchiate e ammazzate della gente!!!! Secondo me il tifo deve essere un modo pacifico per acclamare, festeggiare e incoraggiare la propria squadra preferita, e non un modo per menare a sangue i tifosi delle squadre avversarie! Quindi, se andate allo stadio, non gridate frasi offensive, all'arbitro, alla squadra avversaria o frasi razziste (che sono ancora peggio...) ai giocatori stranieri dell'altra squadra, e anche se alla nostra età è inutile dirlo,non picchiate gli altri tifosi!!! Potreste non tornare a casa interi...




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Gli animi dei tifosi sono troppo accesi, le forze dell'ordine sono costrette a scendere in campo per sedarli (es. caso Sinigaglia, campionato scorso: il questore in prima linea). Studi di sociologia hanno dimostrato che l'eccessiva visibilità delle forze dell'ordine in assetto antisommossa ingigantisce la proporzione della violenza - dice Maurizio Marinelli -, il quale consiglia l'acquisto degli impianti sportivi da parte delle società calcistiche e l'uso di telecamere a circuito chiuso, come in Inghilterra dove gli incidenti sono diminuiti: il controllo deve venire dall'interno. La domenica allo stadio costa 1,6 miliardi (lire), meno del precedente campionato (175milae), tanto però, se si pensa che il numero delle forze dell'ordine utilizzato è diminuito (-6,3% relativo al costo sostenuto per ogni giornata di campionato). Questi i numeri: 7760 uomini delle forze dell'ordine (dalla serie A alla C2), di cui 5040 della PS e 2720 dei CC. Per le prime venti giornate sono stati spesi 31,816 milioni di e, di cui 114mila e solo per le autovetture; 569 gli operatori feriti. C'è stato un aumento del 43% di aggressioni alle forze dell'ordine, per il ministro Pisanu sono dovute all'ostilità crescente nelle tifoserie; aumento del 118% tra i feriti, incremento del 32% di episodi criminosi. Occorre andare a ritroso e ripercorrere alcune tappe fondamentali. Il teppismo nasce nei primi anni '70, come fenomeno di violenza nei confronti dei protagonisti del calcio, ora invece cresce e dall'interno si sposta verso l'esterno. In Italia questo problema è identificato con la questione sull'ordine pubblico e sulla gestione degli impianti sportivi. I numerosi interventi legislativi, l'utilizzo di telecamere a circuito chiuso non bastano a garantire sicurezza.
I colpevoli sono definiti “ Idioti culturali, deviati, dediti all'uso di alcool e droghe”; il mondo del calcio dal canto suo, non si mette in discussione, poiché crede di essere estraneo a tale realtà, ma questo fenomeno coinvolge fattori sociali, economici, psicologici e culturali. Le squadre hanno il loro peso nell'alterare gli animi dei loro tifosi, con insulti in campo, dichiarazioni a fine partita che contribuiscono ad aizzare i tifosi alla violenza.

Dal luglio del '70 al giugno 2000 si sono susseguiti diversi scontri, atti vandalici, accoltellamenti che hanno causato diversi morti e numerosi feriti; ciò ha portato alla blindatura degli stadi e delle zone limitrofe e all'inasprimento della legislazione. A questi fatti però, se ne sono affiancati alcuni positivi, come la nascita in brasile nel 1970 delle Torcidas esclusivamente giovanili e la nascita nel 1984, con l'invasione pacifica a Parigi di 20.000 danesi, del movimento Roligan - letteralmente supporters che rifiutano la violenza-.
Dal NCIS (National Criminal Intelligence Service) inglese risulta che il 54% degli arresti scatta all'esterno degli stadi, il picco è stato raggiunto nel 1994/1995 con il 59%. In Italia nel 2002/2003 è aumentata significamente la violenza dentro (25%) e fuori gli stadi (32%) durante le prime giornate di campionato.
Dal confronto degli ultimi tre campionati calcistici risulta che gli arresti sono passati dall'8% al 35%, le denunce dal 5% al 75%, gli incidenti da -28% al 97%, i feriti da - 34% al 18%; unico dato che segna un progressivo dietro front è il divieto d'accesso agli impianti sportivi, che passa dal 124% al - 69%.
La violenza negli stadi in quest'ultimo triennio calcistico ha registrato un forte incremento, infatti, dai 238 incidenti registrati nel 2000/2001 si è scesi ai 114 del 2001/ 2002 per poi notare un'ascesa nel 2002/2003 con ben 290 episodi.
Le squadre più violente di questo campionato sono state il Napoli con 35 incidenti, Lazio e Juventus rispettivamente con 21 incidenti e il Catania con 20; la Roma per quest'anno non risulta al vertice di questa classifica; in aumento però, le squalifiche e le diffide dei terreni di gioco nel 2001/2002.
Un dato significativo che può creare un allarmismo riguarda gli impianti sportivi, infatti, solo il 43% risulta in regola, 19% sono inagibili (salvo deroga). Dieci quelli più pericolosi: Udine, Bologna, Bergamo, Perugia, Vicenza, Cagliari, Ascoli Piceno, Savona, Foggia e Benevento.
C'è una mappa della violenza negli stadi illustrata da Maurizio Marinelli, direttore del Centro Studi sulla Sicurezza Pubblica: Lazio, Verona, Fiorentina e Inter hanno frange di ultrà di destra, così come la maggior parte delle squadre del Sud; sono tifoserie estremamente ideologizzate e vedono lo stadio come ruolo di reclutamento.

Livorno, Modena, Ternana, Torino e Genoa invece, sono tendenzialmente di sinistra caratterizzati da una voglia di trasgressione e di annebbiamento sociale. Le tifoserie hanno oggi una base comune: non accettano più l'idea di alleanza, neppure su base politica, per questo motivo, è nato il Loma che significa appunto odiamo tutti.
Si è creata così la scala denominata con il termine “Scala di Radicalità”, man mano che ci si sposta verso sinistra sono presenti i gruppi che hanno creato maggiori disordini.
Nel contesto genovese la scala di radicalità ha un punteggio pari a 11, molto elevato se si pensa che squadre come la Roma o la Lazio hanno rispettivamente un picco di 14 e 13 punti.Ciò pare giustificarsi con l'organizzazione presente all'interno dell'Ottavio Barbieri.
Il razzismo è un fenomeno che interessa in primis l'Italia ma non solo. Esso non va identificato con la città cui appartiene la tifoseria. Alcuni episodi lo dimostrano: il presidente del Verona ha difficoltà nel comprare Mboma, i tifosi glielo impediscono.
Per fare dei nomi: Sol Campbell, Dalmat, Le Roy, Vekini, Kluivert; sono tutte vittime del razzismo. Per combatterlo occorrono leggi speciali come quella del 13. 10.1975 n.654, inoltre la tolleranza non deve essere imposta per forza. L'educazione deve essere curata sia dalla scuola sia dalla famiglia, sia dalla chiesa che deve favorire la tolleranza verso gli altri culti. Al contrario non devono essere fatte esagerazioni né disprezzo verso le minoranze etniche enfatizzando le diversità.
Gli interventi legislativi per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi sono numerosi, in primis il recentissimo intervento che punirà direttamente le società in classifica, poi : l'introduzione del “reato di possesso” di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazione sportiva (legge 401/1989, art.6- ter): la pena è quella della reclusione da 1 mese ad 1 anno e della multa da euro 258 ad euro 1.032; “effetti dell'arresto in flagranza durante o in occasione di manifestazioni sportive” (legge 401/1989, art. 8 comma 1 Bis): la pena è quella della reclusione da 6 mesi a 3 anni, si procede d'ufficio e la competenza appartiene al tribunale monocratico; efficacia delle disposizioni sulla “flagranza differita e sulle misure cautelari” (DI 28/ 2003, art. 1- bis) alla precedente disposizione può aggiungersi un decreto ingiuntivo che vieta a colui che è stato colto in flagranza di reato, l'accesso ai luoghi dove si svolgono le competizioni sportive, se non è possibile procedere immediatamente all'arresto.


Il divieto di accesso agli impianti sportivi (D.A.SPO.) disposto dal questore ai sensi dell'art. 6 della legge n. 401 del 1989, novellato nel 2001 con la legge n.307 stabilisce che potrà essere disposto (DASPO) anche nei confronti delle persone che, nel corso degli ultimi 5 anni, risultino denunciate o condannate, anche con sentenza non definitiva, per uno dei reati commessi o per aver preso parte attiva ad episodi di violenza ,su persone o cose, in occasione o a causa di manifestazioni sportive o che, nelle medesime circostanze , abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive.
Il diffidato, può essere esortato a presentarsi anche più volte durante lo svolgimento dell'incontro, nell'ufficio di polizia competente per residenza o altro indicato esclusivamente dal Questore. Questa normativa è tutt'oggi fonte di polemiche perché va ha ledere i principi sanciti dalla Costituzione agli articoli 13 e 16; sia la Corte di Cassazione, sia la Suprema Corte, sia il Governo sono intervenuti in merito.
La violenza inizia ad insidiarsi anche nelle categorie minori. Questi atti sono dovuti ad un cambio generazionale; il DASPO viene aggirato puntando sui campionati minori.
Ecco i rimedi proposti dal CSP: la predisposizione di un manuale tecnico-operativo, la diminuzione del numero di poliziotti in divisa, non far coincidere troppe partite a rischio, no ai poliziotti utilizzati per le perquisizioni, studiare la cultura dei tifosi, i violenti allontanati dagli stewards, utilizzo di TV a circuito chiuso per controllare anche le zone adiacenti lo stadio, predisporre di treni speciali, e poi gli stadi dovrebbero diventare di proprietà della società di calcio, con i posti a sedere numerati e far sapere anticipatamente cosa i tifosi possano o non possano introdurre allo stadio; in oltre i giornali devono fare da tramite, parlare e intervistare membri delle forze dell'ordine e seguire la polizia per comprendere meglio le modalità di azione.



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