La scienza è in continua evoluzione. Ma che cos'è il progresso? Non è che lo spostamento in avanti delle frontiere della conoscenza, senza che, con questo, si possa mai affennare di conseguirla completamente pure in un campo limitato e ristretto.
Ma, quanto più si procede nel metaforico cammino del progresso, tanto più si scopre che ad ogni passo si affacciano nuovi problemi: ad esempio, l'era delle conquiste spaziali ha dovuto risolvere problemi tecnologici di reperimento, o di invenzione, di materiali del tutto nuovi e tali da consentire la costruzione delle navicelle spaziali; l'uso delle centrali nucleari ha comportato, oltre a problemi intrinseci alla fissione nucleare, quello, complesso e pericoloso, dell' eliminazione delle scorie; si potrebbe continuare per quanto concerne moltissimi altri campi della ricerca scientifica, pura o applicata.
In questi settori, tuttavia, si tratta pur sempre di problemi tecnici, che, se anche offrono risvolti politici e sociali, esigono innanzi tutto risposte tecniche. Nel campo della medicina, invece, e specialmente della genetica, i problemi non sono limitati all'aspetto tecnico-scientifico, ma, per la specificità del loro campo di azione, si pongono anche e soprattutto come problemi etici.
Ormai gli scienziati della genetica sembrano essere pervenuti alla possibilità teorica
(ma, quando nella scienza ci sono le premesse conoscitive, le applicazioni alla pratica seguono poi, a maggiore o minore distanza di tempo) d'intervenire direttamente sui più delicati e complessi meccanismi che regolano la vita.
Il completamento del "progetto Genoma" è stato un grande passo in avanti: s'intravede ora la possibilità d'introdurre, mediante la manipolazione dei geni, delle mutazioni stabili e permanenti nelle caratteristiche genetiche delle specie.
È facile comprendere come simili interventi inneschino una serie di problemi morali delicatissimi. È lecito all'uomo intervenire su meccanismi biologici che si sono evoluti in milioni di anni, modificando in qualche modo delle leggi naturali? Inoltre: si potrà intervenire solo con il consenso del soggetto passivo, o anche senza di esso? Ma, se le modificazioni riguardano anche i discendenti, come si possono coinvolgere nelle scelte soggetti non ancora nati?
Occorre anche tener presente che certamente non è possibile conoscere, oggi, le conseguenze ultime e lontane di certe manipolazioni, per cui ci s'immetterebbe su di una strada ancora del tutto ignota.
Si pensi, inoltre, che certe tecniche potrebbero cadere in mano a chi volesse servirsene per esercitare un potere quasi assoluto sugli altri: ad esempio, un folle o un despota potrebbe coltivare sogni di asservimento di interi popoli, attraverso un condizionamento della loro volontà. Andremmo incontro ad una società di uomini-robot, quale neanche la più sfrenata immaginazione degli scrittori di fantascienza ha osato immaginare. Il problema offre, inoltre, risvolti non solo morali, ma anche religiosi: la violazione della libertà di scelta dell'individuo significa la violazione del patrimonio più sacro dell'umanità. Ogni morale, ogni senso religioso sarebbero sovvertiti: dove non ci fosse più libertà di scelta o di libero arbitrio, per usare una terminologia religiosa, cesserebbe ogni responsabilità personale dell'individuo. Non solo dalla parte di possibili soggetti passivi si pongono gravissimi problemi, bensì anche dalla parte dei detentori di simili conoscenze.
La responsabilità dello scienziato è enormemente cresciuta, è addirittura spaventosa: dovrà egli divulgare le sue conoscenze? Dovrà metterle a disposizione di uno Stato, di un governo, di una classe dirigente? Viste le connessioni con l'industria che simili esperimenti richiedono (dato il loro costo enorme), potrà lo scienziato sottrarsi ai condizionamenti che ne deriverebbero?
Pertanto, per la quantità e la gravità dei problemi che si prospettano in questa materia, è forse impossibile esprimere un parere motivato su di essi.
Non possiamo che rimanere in posizione critica e vigile: la consapevolezza delle implicazioni morali, religiose, sociali di certe problematiche è già un approccio valido ad esse; quanto poi tale posizione critica possa essere efficace, dipenderà dal grado di maggiore o minore informazione in cui saremo tenuti e dalle reali possibilità di intervento nelle scelte.
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mercoledì 25 febbraio 2009
Tema svolto gratis : Genetica e Problemi morali
Pubblicato da Baiox alle 06:10
Etichette: Temi Attualità
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