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mercoledì 4 marzo 2009

Tema svolto gratis I Promessi Sposi capitolo 13

Il vicario aveva cominciato a sentire le conseguenze della sommossa

sulla sua tavola non era arrivato il pane fresco e lui stava facendo una digestione agra e stentata. D 'un tratto sente venire delle voci, poi la voce possente della folla che si muove con il ritmo di un torrente inarrestabile. I servitori provvedono a chiudere porte e finestre e a barricarsi in casa: il vicario, preso da paura, si raccomanda a tutti e crede di trovare salvezza in soffitta. Renzo che, ormai, è entrato dentro la psicologia della folla e si accorge che questa si muove per una richiesta di giustizia, parteggia per essa, ma non è d'accordo quando sente alzarsi delle voci che chiedono la morte del vicario. E ad alta voce dice la sua disapprovazione: scambiato per un partigiano dei vicario, si sottrae alla folla solo perché l'attenzione generale è attratta dalla voce che dice che sta per arrivare il cancelliere Ferrer, l'amico del popolo: viene, dicono, a portare in carcere il vicario. Ferrer si affaccia agli sportelli della carrozza distribuendo sorrisi e gesti affettuosi di saluto: a tutti dà ragione, al cocchiere in spagnolo consiglia fretta e prudenza. Renzo che, dalla folla, ha saputo che Ferrer è l'uomo della giustizia, un uomo che va bene anche per lui che ha subito da poco una grave ingiustizia, si dà da fare per creare spazio alla carrozza di Ferrer. Si trova a lui vicino, recita la parte del protagonista, fa da battistrada. Ferrer, giunto alla porta del palazzo del vicario, si fa aprire e senza che la gente s'avveda fa entrare nella carrozza il vicario ed inizia il viaggio di ritorno. Stavolta le cose vanno più rapidamente: i sorrisi si sprecano, la folla è più che mai certa che le cose stanno per cambiare. L'angoscia è tutta concentrata nel vicario che, in fondo alla carrozza, dice che vuoi tirarsi via dalla politica per andare a vivere in una montagna, in una grotta, a far l'eremita.

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