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mercoledì 4 marzo 2009

Versioni greco gratis Secondo stasimo (vv. 582-630)

Coro: Felici coloro ai quali la vita non ha gustato mali. Infatti a chi la casa sia sconvolta dagli dei, a questi nessuna sventura tralascia di cadere sull'intera stirpe;

così come quando l'onda a causa dei procellosi venti traci piomba sul tenebroso abisso del mare, rovescia dal fondo nera sabbia e rimbombano di gemiti le sponde esposte alla furia dei venti colpite in pieno. Da tempo antico vedo le sventure della casa dei Labdacidi abbattersi sulle sventure dei morti, né una generazione libera (l'altra) generazione, ma un dio la sconvolge e non ha scampo. E ora sull'estrema radice una luce si era diffusa nella casa di Edipo; (ma) a sua volta polvere insanguinata degli dei inferi la miete, e la follia della parola e la furia della mente. Quale superbia degli uomini potrebbe vincere la tua potenza, Zeus? Che né il sonno vince mai che...a tutto porta vecchiezza né le stagioni divine infaticabili, ma eternamente governi (come) signore il fulgore scintillante dell'Olimpo. Sia nel domani sia nel fututo e nel passato vigerà questa legge: nella vita dei mortali nessun eccesso viene senza sventura. In verità la speranza vagante per molti (degli) uomini è sì giovamento, ma per molti è inganno di vani amori; e si insinua nell'uomo che nulla sa prima che uno si sia scottato il piede al fuoco ardente. Con saggezza da taluno un detto mirabile è stato rivelato: che il male talvolta sembra essere un bene per colui al quale il dio conduce la mente a rovina; e brevissimo tempo ottiene senza rovina. Ecco Emone, l'ultimo rampollo dei suoi figli; giunge afflitto per la sorte della promessa sposa Antigone, (e) angosciato per la delusione delle nozze mancate.

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