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mercoledì 4 marzo 2009

Divina Commedia canto 2 inferno

È il tramonto. L'animo di Dante, che si era riaperto alla speranza,

è nuovamente vinto dal dubbio. La visione dell'aldilà era stata concessa, prima della morte solo ad Enea e a San Paolo; ma il primo era stato eletto da Dio a fondatore di Roma, fulcro dell'impero e futura sede del pontificato; l'altro a stabilire con la sua predicazione la fede in Cristo, senza la quale non è dato salvarsi. Perché mai un tale dono di grazia dovrebbe ripetersi a beneficio di un uomo qualsiasi, senza particolari meriti e senza un visibile fine provvidenziale? Per vincere la viltà che offusca lo spirito di Dante e minaccia di distoglierlo dall'onorata impresa, Virgilio gli risponde che la sua salvezza sta a cuore a tre donne beate: la Vergine, Santa Lucia e Beatrice. Quest' ultima non ha esitato a scendere nel limbo per esortare Virgilio ad accorrere in aiuto del suo amico disperato ed impotente. A queste parole la virtù di Dante si rianima, come un fiore che il sole illumina all'alba; e con spirito ardito e franco si avvia, dietro la sua guida, per il cammino alto e silvestro.
Commento

Le esitazioni e le obiezioni di Dante e la risposta eloquente di Virgilio servono ad illustrare il carattere profondo che il poeta attribuisce al suo messaggio; devono chiarire al lettore che il viaggio nell'aldilà di Dante è voluto dal cielo, che la sua missione, proprio come quella di Enea e San Paolo, si giustifica per un fine che va molto al di là della sua persona e che investe il destino dell'umanità intera.

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