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mercoledì 4 marzo 2009

Tema svolto gratis Maupassant

"Sono entrato nella letteratura come una meteora e ne uscirò come un fulmine",

disse un giorno Maupassant a un suo amico. Trecento racconti, sei romanzi e alcuni volumi di viaggi, di versi, di teatro, testimoniano la sua straordinaria attività letteraria, che ha qualcosa di prodigioso e fu paragonata a quella di Balzac. Questa attività durò una decina d'anni, la quarta parte del tempo che Maupassant visse. Possedeva un potere creativo intimo e quasi inconscio, che pareva fare di lui l'agente di una forza misteriosa. Nulla di ciò che egli ha scritto è noioso, neppure di quella noia sublime che possiedono tante opere d'arte, perché attinge a una sorgente, irraggiungibile e nota a tutti, che è l'anima della vita. Il suo stile era inconfondibile; nessun altro sapeva, come lui, guardare nel cuore della natura e dare in pochi frasi un così profondo senso di vita. Maupassant è stato paragonato a un albero, a un melo che fa frutti senza sforzo, naturalmente, perché quella è la sua funzione. Henry-René-Albert-Guy de Maupassant nacque il cinque agosto 1850. A una prima occhiata la varietà nelle novelle e nei romanzi di Maupassant è tanta, quanto è varia la vita stessa: ne sono protagonisti contadini, pescatori, donnine allegre, giornalisti, nobili, bambini, vecchi, preti, miserabili, decine e decine di personaggi appartenenti a tutte le categorie sociali. Guardando con maggiore attenzione possiamo distinguere diversi filoni, come le varie correnti di un grande fiume, e tutti hanno origine dalla vita dello scrittore. Vi sono i racconti sui bambini abbandonati, trascurati o incompresi; c'è il filone dei racconti della Normandia (un terzo di tutta la produzione); c'è il filone dell'amore; ci sono i racconti della guerra (meno di venti). La paura è presente in tutta l'opera di Maupassant, come uno dei motivi più profondi e ricorrenti: paura della morte, dell'ignoto. Maupassant soffriva di un'affezione sifilitica del sistema nervoso, che fino al 1890 restò localizzata, manifestandosi con terribili emicranie, insonnie, incubi, e dal 1891 si diffuse nel cervello, conducendolo presto alla pazzia e alla morte. Nel 1892 tentò il suicidio, fu poi rinchiuso in una casa di cura dove, dopo diciotto mesi, morì alla sola età di quarantatré anni.

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