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lunedì 2 marzo 2009

Recensione librio Un anno di scuola di Giani Stuparich

Giani Stuparich, nasce nel 1891 a Trieste, dove compie studi liceali per poi iscriversi all’università di Firenze;

lì entra nell’ambiente della rivista "La voce" che cerca un ammodernamento della letteratura italiana. Appena laureato entra come volontario nell’esercito per l’annessione di Trieste all’Italia. Appena dopo la guerra scrive tre romanzi sul tema della guerra. Dopo essersi sposato, iniziò ad insegnare lettere nel liceo dove aveva studiato e inizia la sua produzione di romanzi e soprattutto di racconti. Alcuni suoi romanzi sono: Colloqui con mio fratello, Guerra del’15, Simone, Ritorneranno. Nella sua produzione ci sono anche poesie e prose autobiografiche: Trieste nei miei ricordi, Ricordi istriani. Morì a Roma nel 1961. Nella capitale si era recato per ricevere la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola.
La trama

Il racconto narra di una ragazza che entra a far parte di una classe maschile per frequentare l’ultimo anno di liceo classico. I suoi genitori le avevano fatto frequentare un liceo femminile, ma lei non ci si sapeva adattare e così preparò l’esame per una classe maschile che apriva le porte all’università. Dopo l’esame di ammissione, che nonostante i suoi tragici presagi andò benissimo, Edda Marty, la nostra protagonista, entrò nella classe 8ª del liceo. Nei primi tempi, la nuova venuta mise in imbarazzo i suoi venti compagni di classe e iniziò a trasformarli e a separarli: per esempio Antero si staccò da Mitis e Pasini; i tre prima erano indivisibili. Dopo l’arrivo della Marty, Antero preferiva stare solo e la prima volta che lui e Edda si incontrarono fuori da scuola fu per un quesito di matamatica. Il loro primo appuntamento terminò con una passeggiata e una tranquilla chiacchierata. Da quel giorno le loro passeggiate divennero quasi quotidiane, ma in classe era come se niente fosse accaduto. La Marty usciva per fare gite anche con altri compagni di scuola: con Mitis, Momi, e Pasini, per esempio, andò a pattinare proprio il giorno in cui la sorella Hedwig, gravemente malata, arrivò. Da allora Edda la vegliò sempre diradando le passeggiate con Antero nelle parole del quale trovava conforto. Alcuni giorni dopo la morte della sorella Hedwig, Antero, andò a trovare Edda e la baciò dichiarandogli così il suo amore per lei, amore che lei ricambiava. Qualche giorno dopo Pasini tentò il suicidio e sua sorella andò da Edda scongiurandola di andare da lui. Quando andò all’ospedale capì che Pasini aveva fatto il gesto disperato perché sapeva di non poterla avere e per essere sicuro di averla vicina aveva tentato il suicidio. Pasini era infatti innamorato di Edda ma non aveva mai osato rivelarglielo. Quando Edda ed Antero si rincontrarono avrebbero voluto dirsi molte cose, per spiegarsi tutto l’accaduto ma quando Edda si trovò davanti ad Antero irrigidito dal rifiuto del suo abbraccio verso di lei non riuscì a dirgli niente. Mentre lo accompagnava all’uscita di casa sua si scambiarono l’ultimo appassionato bacio, un turbine d’amarezze e di piaceri perduto per sempre. Anche quando Pasini tornò a scuola il rapporto tra Edda e Antero non ridiventò mai quello di prima. Un giorno Antero non venne a scuola ed Edda gli scrisse una lettera: ma invece di Antero le rispose sua madre dicendo di volerla incontrare per parlarle. La madre di Antero le chiese di non farsi più voler bene dal figlio, di lasciarlo a lei, perché il figlio aveva ancora bisogno della madre: nonostante l’atroce egoismo delle parole di quella donna Edda fece cenno di sì perché non se la sentiva di dire di no ad una donna così provata dalla vita. Da allora Edda andò tutti i giorni da Pasini nonostante soffrisse molto per questo. Arrivò anche il tempo degli esami ed Edda si preparò con i suoi compagni, compreso Antero, con il quale non si chiarì mai sul loro rapporto. Edda ed Antero non riuscirono mai a chiarirsi veramente e per questo soffrirono molto tutti e due. Gli esami furono superati da quasi tutta la compagnia e durante l’estate pochi rimasero a Trieste.
Personaggi principali

I personaggi principali della vicenda sono Antero e Edda: i due si amano ma il tentato suicidio di Pasini e l’egoismo materno della madre di Antero li separano per sempre. I due protagonisti, nel breve periodo del loro amore vivono molto intensamente e la descrizione del loro amore rispecchia quella di un amore tra giovani che provano per la prima volta sulla loro pelle questo sentimento. Gli altri personaggi creano un contorno di verità alla vicenda: la delusione di Pasini, per esempio, che sfocia in un gesto così tragico, ben rappresenta le delusioni d’amore anche se, per fortuna, poche finiscono così tragicamente. La narrazione dell’autore rende bene l’idea di un gruppo di giovani cambiato profondamente dall’arrivo di una ragazza tra di loro dopo sette anni di "convivenza". Un altro personaggio che dà una svolta alla vicenda è la madre di Antero che, con il suo egoismo stacca Edda dal figlio non capendo che i due si amavano. Il suo fine era di fare del bene al figlio ma non capisce che così fa soffrire non solo il figlio ma anche Edda.
Tempi e luoghi

Il testo ci dà alcune informazioni sul tempo della vicenda, come, per esempio, che la vicenda si svolge nell’epoca di Carducci, D’Annunzio e Pascoli, nella Trieste irredenta. Si capisce quindi che siamo nei primi del 1900, nel periodo in cui l’autore scrive. Il luogo della vicenda è la città dell’autore, Trieste, che lui ama molto e di cui scrive in molti dei suoi racconti in prosa ed in poesia. Da questi elementi deriva l’atteggiamento dei personaggi del racconto verso la redenzione di Trieste e la "divisione" dei tre poeti dell’epoca da parte di Mitis, Antero e Pasini.
Commento

Questo racconto mi è piaciuto perché esprime bene i sentimenti dei giovani quando incontrano l’amore: racconta delle attese che sembrano interminabili prima dell’incontro con la persona amata, della passione che si fa sentire improvvisamente, dei primi appassionati baci che ci si scambia nel timore di essere visti da occhi indiscreti. Ma parla anche delle delusioni d’amore, le prime e forse quelle che fanno più male perché colpiscono proprio i giovani che sono già in un periodo difficile e molto delicato della vita. Anche se nel brano la reazione di Pasini mi sembra esagerata anche se fa capire a cosa possono portare le delusioni amorose. L’amore in questo periodo è fondamentale, come l’amicizia, per crescere ma costringere due giovani che si amano a rimanere solo amici, come la madre di Antero vuole fare, è una cosa ingiusta e egoista anche se fatta a fin di bene. Questo brano, per me, tratta molto anche l’amore, non solo l’amicizia che è il primo legame che si crea tra i protagonisti L’autore, rimasto a contatto con i giovani per molto tempo con la sua attività di insegnante, capisce i sentimenti dei giovani e li sa esprimere bene, come un bravo insegnante deve fare.

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