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lunedì 2 marzo 2009

Recensione svolta gratis Il diario di Jorg di Giuseppe Pederiali

Jorg è un ragazzino tedesco di tredici anni, figlio di un ufficiale tedesco delle SS.

* Egli è molto orgoglioso del lavoro del padre fino a quando alcuni episodi iniziano a far vacillare la sua impressione del padre. In un primo tempo Jorg è fiero del lavoro del padre, ma in un secondo tempo egli capisce che le SS sono un "armata di distruzione" per via delle atrocità fatte agli Ebrei. La parte finale vede la Germania perdere la guerra, ed il padre di Jorg deve scappare per non farsi catturare. Muore qualche tempo dopo, anche se per Jorg egli muore dal momento in cui diventa ufficiale delle SS.

I personaggi

* Jorg: ragazzino tedesco di tredici anni e molto fiero del padre fino a quando non inizia a capire l´orribile lavoro del padre. Dall´iniziale stima che aveva nei suoi confronti la sua considerazione diminuisce con il passare del tempo. Ci ha colpito la frase con cui si chiude il libro: "Per me mio padre è davvero morto; e lo sarà se tornerà a casa".
* Padre: ufficiale delle SS spera che il figlio segua il suo cammino e per questo non lo informa delle atrocità che commette.
* Gli amici: anche loro figli di un SS non sono al corrente di niente e si divertono a giocare all´aperto, ignorando quello che succede a pochi passi da loro.

Ambiente e tempo

La vicenda si svolge durante la seconda guerra mondiale all´inizio delle persecuzioni degli Ebrei da parte dei Tedeschi e delle SS. La vicenda si svolge inizialmente a Monaco. Poi ad Auschwitz ed infine a Celle. Tutti e tre gli spostamenti sono dovuti al lavoro del padre.
Trama

Jorg è un ragazzino tedesco di tredici anni, figlio di un ufficiale di alto grado delle SS. Jorg è molto orgoglioso del lavoro del padre, fino a quando alcuni episodi iniziano a far vacillare la sua impressione del padre.
La visita dello zio Klaus rese molto felice Jorg, non per la presenza di suo zio, ma per i tre regali: due libri ed un diario, che iniziò a scrivere la sera stessa prima di andare a dormire.
Jorg è molto fiero di suo padre, soprattutto per il lavoro che egli svolge. E´ infatti un alto ufficiale delle SS, e Jorg non riesce a smettere di ammirare la sua splendida divisa nera cosparsa di spille varie. Lui spera sempre di riuscire a raggiungere e superare il grado raggiunto da suo padre. Per ora fa parte dei DJ, sigla tedesca che sta per indicare i Giovani Tedeschi.
Quando parla delle mattinate trascorse a scuola si può vedere come in ogni materia ci sia un riferimento al nazismo per non parlare della sua materia preferita "scienze razziali", dove insegnavano come scegliersi un giusto coniuge, come riconoscere un ebreo se non ha la stella e cose simili.Per far capire anche quanto Jorg sapesse del lavoro di suo padre si può dire che egli gli aveva detto che Dachau, il campo dove lavorava lui, è "una specie di collegio per i nemici dello stato" nascondendo così tutti gli orrori commessi al suo interno, (a parer mio non per paura di traumatizzare il figlio ma per evitare che il segreto si espandesse). Un giorno, durante un giro in bici, Jorg decise di andare a fare una passeggiata in mezzo ad alcuni ciliegi. Ad un certo punto vide da lontano un gruppo di carcerati con alcuni guardiani. Quello che vide lo stupì molto: non si aspettava la durezza mostrata da un solo soldato nei confronti di un carcerato caduto a terra per la stanchezza, ed i cani fecero la loro parte. Riuscì a seguirli fino a che non varcarono il cancello del campo. Era ormai inevitabile e prevedibile che i bombardieri nemici sarebbero arrivati anche a Monaco. Dovevano recarsi spesso, solo di notte, nei rifugi antiaerei, il tempo per scrivere nei diario diminuiva. Ma proprio durante un bombardamento conobbe Marian, una ragazzina di Monaco che non aveva mai incontrato perché iscritta alla scuola femminile. Tra loro scoppiò un colpo di fulmine ed ogni notte nel rifugio la passavano a parlare e giocare. Un altro episodio che riempì la giovane mente di Jorg di dubbi, fu una cosa che vide alla stazione. Era abituato a veder passare i soliti treni merci con i vagoni del bestiame, ma da uno di questi vagoni, sentì provenire voci umane. Le mani dei poveri passeggeri chiusi all´interno, quando venivano infilate nei vari spazi per far passare l´aria venivano bastonate o frustate da soldati. Come stava per capire da solo ma gli fu anticipato da un soldato in tono disprezzate, erano "solo" Ebrei. Jorg non riusciva a capire cosa avessero fatto di tanto brutto gli Ebrei per meritarsi tutto questo, ma non osò mai chiederlo a nessuno per paura di essere sgridato. Un giorno, tornando a casa, incontrò un Ebreo e, tanto per curiosità, lo segui senza farsi vedere fino davanti alla porta del suo appartamento. Prima di andarsene, rimase li a pensare e per caso un bambino aprì la porta di casa, i genitori preoccupati arrivarono subito e fecero entrare Jorg.
La casa era composta da un enorme stanzone con un letto, la culla del bambino e pochi armadietti. Ad un certo punto il bambino iniziò a parlare con il muro. Inizialmente Jorg non capì ma in seguito gli venne in mente che nascosta dietro quel muro ci fosse una seconda stanza con qualcuno dentro. Per un po´ di tempo continuò a frequentare questa famiglia Ebrea portandole anche del cibo in scatola. Ma poi, per paura di infangare il suo onore, decise di dimenticarli. Ma poco dopo tornando a casa da scuola li vide tutti con le mani alzate seguiti da alcuni soldati armati. Non ci voleva un genio per capire che li avevano scoperti e quindi arrestati e per paura di essere riconosciuto scappò verso casa. Durante le vacanze Jorg ebbe l´occasione di vedere finalmente dall´interno il campo. Infatti vi era stata organizzata un festa e gli ufficiali potevano portare la famiglia. Non era poi così orribile come aveva sentito dire in giro. Delle tribune erano state montate per seguire la parata e la visita di una piccola parte del campo era stata interessante. Ma quando la festa era finita e si stavano avviando verso casa, sentì due signori parlare. Le loro parole lo stupirono; dicevano che il campo di concentramento era per i soldati e non per i detenuti come avevano detto, al posto delle tribune vi erano una fila di forche, ed erano stati presentati solo i detenuti in miglior stato lavati e rimessi a nuovo; subito non volle credere a queste parole ma con il passare del tempo iniziarono ad avere il sopravvento sulle altre idee che aveva per la testa. Presto però dovette iniziare a fare le valigie per il loro trasferimento per motivi di lavoro del padre, ad Aushwitz in Polonia, dove ha sede uno dei campi più conosciuti. Andarono a vivere in una fattoria insieme al comandante del campo. Per fortuna quest´ultimo aveva due figli: un maschio Hans, della sua stessa età, e una ragazza Hanna di dodici anni. Quindi ebbe la fortuna di trovare subito dei compagni di gioco. La loro prima avventura fu la costruzione di una capanna nel boschetto vicino a casa, che poteva ospitare tre persone e con tutti i comfort necessari. Da lì si potevano scorgere i camini delle fabbriche di Auschwitz, che fumavano notte e giorno. O almeno i tre ragazzi pensavano che fossero delle fabbriche ma in realtà erano i forni crematori del campo. Infatti quando il vento tirava verso di loro, uno strato di cenere si posava su tutto. Se avessero saputo che tipo di cenere era, penso che non avrebbero continuato a giocare normalmente sotto quella strana pioggia. Un pomeriggio i tre esploratori decisero di trovarsi di notte nella capanna per cercare di incontrare qualche animale. L´unico ad andarci fu Jorg che si accorse troppo tardi di essere stato vittima di uno scherzo. Ma quella notte fece uno strano incontro. Nella loro capanna aveva trovato rifugio un evaso del campo. I due fecero amicizia ed il detenuto, di nome Jacob, gli racconto gli orrori del campo ma Jorg non volle credergli. Come poteva fidarsi di un criminale e non di suo padre, un ufficiale delle SS?.
Non lo sapeva nemmeno lui, ma si rifiutava di chiedere spiegazioni a suo padre. Ma subito, il giorno dopo, l´evaso fu trovato ed arrestato. Chissà se sarebbe stato ucciso come diceva lui?. Non ebbe molto tempo per pensarci perché arrivò la loro insegnante privata. Dopo l´incontro con l´evaso, Jorg non ha più scritto il suo diario per circa cinque masi, i motivi non si sanno. Ora non abitavano più ad Auschwitz. Il campo era stato abbandonato prima dell´arrivo dei Russi. La Germania stava perdendo la guerra, e anche il padre di Jorg se ne era accorto. Si erano infatti trasferiti a Celle una cittadina presso cui sorgeva un campo. Ma il padre non ebbe molto tempo per lavorare. Dovette fuggire per non essere catturato. La madre gli disse quindi che se qualcuno gli chiedeva di suo padre, doveva dire che era morto. Ed in poco tempo divenne "morto" anche per Jorg.
Tematiche

Nel racconto uno dei problemi è il nazismo: Jorg nel suo Diario racconta che a scuola tutte le materie facevano riferimento al nazismo; la sua materia preferita era: "scienze razziali" di cui insegnavano come riconoscere un Ebreo anche senza che portasse la stella. Jorg, essendo Tedesco, veniva educato da tale, perciò veniva educato da nazista, anche se più tardi capirà come è la storia e cambierà idea. Un altro problema è che lui, prima di conoscere il vero lavoro del padre, credeva che egli facesse un lavoro stupendo, per questo ne andava fiero, ma poi tutto cambiò, Jorg scoprì che in quei campi, dove spesso lui ed i suoi amici andavano a giocare, si commettevano molte atrocità a persone innocenti ed era proprio suo padre, insieme ad altre persone, a commettere questi crimini, e maltrattamenti verso delle persone innocenti.
Scopi dell'autore

Il racconto letto trasmette un messaggio particolare; con questo racconto l´autore ha voluto far capire come è stato difficile crescere in quei tempi di guerra per tutti i ragazzi dell´età di Jorg, che giocavano felici attorno ai campi di concentramento senza sapere cosa ne stava succedendo all´interno. Vuole anche far capire come gli orrori dei lager non hanno risparmiato nessuno, neanche chi li praticava.

* Narratore: il narratore è interno perché Jorg racconta la sua vita tramite un diario.
* Stile: questo racconto è scritto sotto forma di Diario, perciò è Jorg che decide come scriverlo; in certi casi segue il pensiero e ne fa fluire il sentimento, in altri casi racconta un dialogo avuto con una persona, o ad esempio scrive sotto forma di linguaggio indiretto. Nella maggior parte dei casi, egli racconta cosa è successo nella giornata e poi ne fa una opinione precisa.
* Giudizio personale: secondo me l´autore è riuscito pienamente a far capire, a chiunque abbia letto questo libro, cosa ne pensa del nazismo. A me questo libro è piaciuto moltissimo, soprattutto perché, leggendo, mi sono identificata in Jorg, insomma: credere che il lavoro del padre sia stupendo, poi all´improvviso scoprire che è una persona che ha commesso crimini e maltrattamenti è una esperienza bruttissima, è io l´abbiamo capita. Consiglio a tutti questo libro perché è scritto in modo semplice, (sotto forma di Diario), ma ha un significato molto profondo.

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