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lunedì 2 marzo 2009

Recensione libro Il segreto dell'uomo solitario di Grazia Deledda

Grazia Deledda nacque a Nuoro il 27 settembre del 1871 da una famiglia della piccola borghesia.

Fu costretta, nonostante il suo ottimo profitto scolastico, a frequentare solo le scuole elementari. Alle lezioni di un professore arrivato in casa di sua zia e poi misteriosamente scomparso, seguì un periodo ricco di letture personali ed un'educazione autodidatta; in famiglia la vita si faceva sempre più difficile a causa dei dissesti finanziari e dei problemi dei suoi fratelli. Il conseguente ripiegamento interiore della Deledda facilitò lo svilupparsi del suo stile pieno di sogni d’amore e gloria, segnato anche dalle sue passioni amorose giovanili. Dopo la morte di suo padre e di sua sorella si intensificò la sua attività letteraria e la sua fama in Italia. Nel 1900 il matrimonio con Palmiro Madesani e il trasferimento a Roma segnano la raggiunta di un equilibrio nella sua vita: ebbe due figli ed il suo lavoro di scrittrice si fece più regolare; oltre a novelle e racconti scrive anche romanzi. Tra i suoi romanzi più famosi ci sono: I tre talismani (fiaba, 1899), Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L’edera (1908), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915).
La trama

Il romanzo narra di un uomo che vive da solo in una casa isolata dal mondo. L’unico suo contatto con gli umani, è Ghiana, la contadina che gli porta i viveri e gli si concede ogni volta che lui desidera, completamente sottomessa a lui. Ma dopo qualche tempo, nel territorio vicino al suo, viene costruita una casa. La perdita della solitudine dà molto fastidio a Cristiano, il nostro protagonista, che si vedeva minacciato dall’arrivo di altre persone. Egli era fuggito dalla città per non avere più contatti con le persone ed ora, anche in quel posto così solitario ed abbandonato, arrivavano persone vive nelle quali Cristiano vede una misteriosa minaccia ma allo stesso tempo un’attrazione incontrollata lo spinge ad osservare lo sviluppo della costruzione e, in seguito, i suoi abitanti. I suoi vicini sono una giovane donna con un anziano e malato marito e la loro serva: si erano trasferiti lì a causa della malattia del marito, una malattia mentale secondo Ghiana che riferisce tutto ciò che avviene nella casa a Cristiano. Ghiana, infatti, riforniva di viveri e aiutava nei lavori di casa anche i nuovi arrivati. Da questi racconti, cresceva una curiosità spontanea in Cristiano che lui cercava di reprimere a causa di brutte esperienze passate che lo rendono diffidente nei confronti delle altre persone esclusa Ghiana di cui ormai si fidava. Ma la sua curiosità, un giorno gli fece lasciare aperta la porta nella speranza che qualcuno si sarebbe accorto della sua presenza. E, infatti, il cane dei vicini gli piombò in casa facendolo spaventare e facendogli ripromettere che, alla prima occasione, lo avrebbe comunicato ai vicini chiedendo loro di legarlo. Il primo incontro con "le persone della casetta bianca", come lui le definisce, avviene una sera mentre Cristiano attinge acqua al pozzo che si trova a metà tra le due case. Mentre prepara il secchio da calare nel pozzo, vede venire verso di se la padrona di casa e pensò di informarla dall’invasione del cane in casa sua. Cristiano rimane subito colpito dalla donna che gli si presenta come in un'aura di luce. L’incontro con la donna gli fa provare sentimenti che da tempo non provava più, sentimenti che risvegliano in lui la gioia e il tormento dell’adolescenza. Da Ghiana apprese che il malato della casetta stava molto male, anche a causa del pessimo tempo che imperversava da qualche giorno. Così si decide di andare a far visita ai suoi vicini. Finge di dover andare in paese e si offre di prendere il necessario anche per loro, ma in realtà è sempre più attratto da quella nuova vita che gli si è avvicinata dopo anni di solitudine. In paese scopre che si vendono e affittano villini e, forse per ingannare anche se stesso, chiese informazioni come se volesse trasferirsi. Quando, qualche giorno dopo, la donna va a fargli visita, i due parlarono della malattia del marito della donna e di molti altri argomenti, conoscendosi meglio. Quando la donna uscì, Cristiano, finalmente, accetta che prova piacere nel vedere la donna. A placare questa gioia arriva la notizia che Ghiana aspetta un figlio da lui: ma nonostante ciò lui continua e intensifica le sue visite a casa di Sarina, la signora della casetta bianca, e solo quando si concentra su quel pensiero si fa triste e disperato. Ma è un periodo difficile anche per Sarina: prima la fuga e poi la morte del marito spingono i due protagonisti più vicini. I due, ora senza impedimenti. Così a lui non rimase che prendersi cura del suo bambino, avuto da Ghiana, con un po’ più d’umanità che Sarina gli aveva fatto ritrovare.
Personaggi principali

I personaggi principali sono Cristiano e Sarina; ma altri personaggi caratteristici sono Ghiana, la serva di Sarina e, seppure nella sua breve apparizione, il marito di Sarina. Cristiano, continuamente tormentato dal suo segreto, prima cerca di mantenere la sua solitudine, ma poi capisce che così facendo si farà solo del male. La solitudine in cui si è chiuso per molti anni lo hanno fatto morire interiormente e solo l’amore per Sarina gli ha fatto capire che ciò è molto peggio della morte fisica. Probabilmente Cristiano aveva amato anche sua moglie, ma non se ne era accorto, convinto di trovare all’esterno l’amore di cui aveva bisogno, mentre è proprio Sarina a fargli capire che l’amore, la gioia e la speranza sono presenti in ognuno di noi. Sarina rappresenta per Cristiano la luce che gli fa capire che l’attesa di una persona, la speranza e la gioia non sono segno di debolezza ma il vero senso della vita. In fondo c’è analogia tra Giorgio, il marito di Sarina e Cristiano: entrambi soffrono della stessa malattia che porterà il primo alla morte fisica ed il secondo a quella morale e sono entrambi destinati a lasciare vedova una donna colpita dal loro stessa male.
Tempi e luoghi

Contrariamente alla maggior parte dei romanzi deleddiani, in questo sono presenti pochi segnali temporali e l’ambientazione non è ben definita. Il tempo della vicenda è probabilmente l’anteguerra, comprensibile dall’accennato timore per la partenza degli uomini. Il tempo non è neppure scandito dallo scorrere delle stagioni: i fenomeni di solito legati ad essi, si avvicendavano fuori da ogni logica del passere del tempo e sembravano seguire le vicende dei personaggi. Il luogo in cui la vicenda si svolge, non è la Sardegna come molti romanzi deleddiani, ma un luogo senza una precisa localizzazione geografica: l’autrice parla solo della brughiera che circonda le case, della striscia di sabbia antistante il mare vicino alle due case e del paese che si trovava a poca distanza dalle case. Il luogo è comunque solitario e, quando il tempo è brutto, niente lo ripara dalla tempesta e dal vento.
Commento

Questo romanzo mi è piaciuto perché narra in maniera reale sia le vicende esterne, sia lo stato psicologico dei personaggi, portando a capirli nel profondo della loro psicologia. La Deledda riesce in questo molto bene, guidata anche dal suo stile romantico ma realista. L’autrice esprime tutti i travagli amorosi del protagonista che in un primo momento li rifiuta e cerca di fuggirvi imponendosi cose che non potrò realizzare, come la lontananza dalla persona amata. Questo romanzo ci fa capire quanto noi tutti ci affatichiamo a cercare l’amore e la gioia quando magari l’abbiamo a portata di mano proprio dentro di noi. L’attesa, la speranza e la gioia che Cristiano prova mentre è fidanzato con Sarina e che lui le attribuisce in realtà altro non sono che il vero senso della vita, che ci si propone solo con l’amore verso un’altra persona.

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