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lunedì 2 marzo 2009

Recensione libro Sei personaggi in cerca d'autore

Luigi Pirandello nacque da una famiglia di liberali e garibaldini nel 1867 presso Girgenti

(ribattezzata Agrigento solo in epoca fascista). Si avviò alla filologia studiando all'università di Roma e di Bonn dove si laureò con una tesi sulla fonetica del dialetto agrigentino. Nel 1894 sposò, dopo controverse vicende, Antonietta Portulano, figlia del socio d'affari del padre; trascorsero una vita felice a agiata grazie ai proventi della cava di zolfo, ma quando questi vennero a mancare a causa di una frana, la moglie impazzì, nonostante tutti gli sforzi del marito per mantenere la propria condizione economica; tutto ciò influenzò moltissimo la produzione artistica pirandelliana. Scrisse moltissime opere, novelle, romanzi, tutti imperniati su quelle che lui chiama le maschere nude, ma il suo maggior successo fu quello teatrale, lui stesso fondò una compagnia di recitazione. Tra tutte le sue opere spicca la trilogia del "teatro nel teatro", composta da "Sei personaggi in cerca d'autore" (1921), "Ciascuno a suo modo" (1924), e "Questa sera si recita a soggetto" (1929).
Il dramma Sei personaggi in cerca d'autore è scritto in un italiano semplice ma un po' antiquato e narra di un capocomico che, mentre prova sulla scena "Il giuoco delle parti" dello stesso Pirandello, si vede piombare in teatro sei persone, sei personaggi, che lottano l'un contro l'altro e tutti contro il capocomico per vedere rappresentato il loro dramma che nessun autore ha voluto scrivere. "Un uomo sulla cinquantina, in giacca nera e calzoni chiari, dall'aria aggrottata e dagli occhi scontrosi per mortificazione; una povera donna in gramaglie vedovili che avea per mano una bimbetta di quattr'anni da un lato e con un ragazzo di poco più di dieci dall'altro; una giovinetta ardita e procace, vestita anch'essa di nero ma con uno sfarzo equivoco e sfrontato, tutta un fremito di gajo sdegno mordente contro quel vecchio mortificato e contro un giovane sui vent'anni che si teneva discosto e chiuso in sé come se avesse in dispetto tutti quanti". Cominciano così, quasi a forza, a narrare il loro dramma. Il capocomico è dapprima disinteressato e innervosito poi, man mano che si va avanti nella storia, si fa attento. Il Padre infatti, dopo essersi accorto che la Madre amava un suo impiegato, la cacciò da casa e affidò il figlio legittimo ad una balia. Ma quando l'impiegato morì, la Madre, con i figli illegittimi: la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, si trovò in una grave situazione finanziaria e fu costretta ad andare a lavorare come sarta da Madama Pace, la quale obbligò la Figliastra a prostituirsi. Nella "bottega" di Madama Pace la Figliastra incontra Il Padre. La Madre e i suoi figli si stabiliscono a casa del Padre dove incontrano il Figlio.
I sei personaggi incarnano ognuno una visione diversa dello stesso dramma che ogni personaggio vive con una "sua" verità inconciliabile con quella degli altri. Questo è il dramma pirandelliano della solitudine e dell'incomunicabilità che viene spiegato dal Padre quando, rivolgendosi al capocomico, gli dice: «ciascuno di noi - veda - si crede "uno" ma non è vero: è "tanti" signore, "tanti" secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi; "uno" con questo, "uno" con quello - diversissimi! E con l'illusione d'esser sempre "uno per tutti" e sempre "quest'uno" che ci crediamo in ogni nostro atto! Non è vero!».
In questo "teatro nel teatro" Pirandello non narra il dramma dei personaggi ma il loro tentativo di trovare un autore che lo rappresenti. I sei personaggi sono diversi perché ognuno di loro vive una parte diversa dello stesso dramma. Il Padre è distrutto dal rimorso per le proprie colpe; la Figliastra, vittima del Padre si vuole vendicare proprio rappresentandole e rendendole immortali sul palcoscenico. Il Figlio, sdegnato con tutti, si sente estraneo alla famiglia. La Madre vive solo per le due creaturine indifese che ha ai fianchi, le quali vivono anche loro un dramma che non si manifesta. Nell'ultima parte dell'opera vi è una contrapposizione tra realtà e finzione espressa per mezzo degli attori che, quando vedono il Giovinetto ferito, si dividono non sapendo quale è la verità. L'ultima parte e anche surreale perché la Bambina, viva (!?) , recita la propria morte.
Sei personaggi in cerca d'autore è un testo teatrale, quindi Pirandello non narra i fatti ma scrive le battute e le note sceniche; non vi è dunque voce narrante e il testo è tutto in discorso diretto. L'opera pur essendo un atto unico è spezzata in tre parti poiché la vicenda si svolge in tempo reale e i cambiamenti di scena avvengono a sipario alzato; i fatti si svolgono in un pomeriggio e sono narrati in ordine cronologico ma i personaggi rievocano ricordi passati.

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