Mussolini, Benito uomo politico (Dovia di Predappio, Forlì, 1883-Giulino di Mezzegra, Como, 1945). Figlio di Alessandro, fabbro, e di una maestra elementare, Rosa Maltoni, militò sin dalla prima giovinezza nelle file socialiste, divenendo leader della corrente rivoluzionaria
. Nel 1912 assunse la direzione dell’Avanti!. Espulso dal PSI per la sua propaganda a favore dell’entrata in guerra dell’Italia, nel 1914 fondò Il Popolo d’Italia, interventista. Nel 1919, diede vita a Milano ai Fasci di combattimento, con un programma anticapitalista, anticlericale, antimonarchico, unito a un acceso nazionalismo. Dopo essersi presentato, senza successo, alle elezioni dell’ottobre 1919, Mussolini gradualmente si distaccò dal primitivo programma e, proclamando la necessità di un regime autoritario, impresse al fascismo il carattere di movimento di restaurazione dell’ordine tradizionale, attivamente operato dalle ’camicie nere’. Nel 1921, eletto deputato, trasformò il suo movimento in partito. Il 28 ottobre 1922 ordinò la marcia su Roma. Ricevuto l’incarico dal re, Vittorio Emanuele III, Mussolini formò il governo. Assicuratosi la maggioranza nelle elezioni del 1924, fu coinvolto nella responsabilità dell’assassinio del deputato socialista Matteotti, ma, approfittando dell’indifferenza della corona e dell’incertezza delle opposizioni, nel gennaio 1925 annunziò la definitiva soppressione del regime liberale e la sua trasformazione in regime fascista con il sovvertimento delle caratteristiche costituzionali della nazione. Nel 1929 stipulò con la Santa Sede i Patti lateranensi. L’isolamento internazionale dell’Italia successivo alla guerra d’Etiopia (1935) lo portò all’alleanza con la Germania nazista, alleanza consolidatasi nella guerra di Spagna (1936-1939) e sancita dal Patto d’acciaio (1939). La disastrosa partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale determinò la sua caduta e quella del fascismo. Dopo l’ordine del giorno con cui il Gran Consiglio del fascismo gli toglieva la fiducia (25 luglio 1943), Mussolini fu arrestato per ordine di Vittorio Emanuele III. Liberato dai Tedeschi (12 settembre 1943), diede vita alla Repubblica Sociale Italiana. Allo scoppio dell’insurrezione partigiana nell’Italia settentrionale (25 aprile 1945), Mussolini tentò la fuga, ma, catturato a Dongo, venne fucilato da partigiani.
Fascismo: movimento politico fondato a Milano da B. Mussolini il 23 marzo 1919 con la creazione del primo fascio di combattimento. Appoggiata l’impresa fiumana di D’Annunzio (1919) e costituitosi in Partito nazionale fascista nel 1921, il fascismo raccolse le simpatie di molti reduci delusi dalle promesse non mantenute, dei nazionalisti che denunciavano la vittoria mutilata, dei conservatori timorosi di un’avanzata bolscevica in Italia, degli agrari in lotta contro un sindacalismo schierato su posizioni utopistiche e rivoluzionarie cui opposero l’azione armata delle squadre d’azione. L’inerzia e la connivenza della corona da una parte e l’incoerente, tardiva azione delle forze democratiche dall’altra aprirono la strada al fascismo in Italia quando il 28 ottobre 1922 Mussolini ordinò ai suoi seguaci la marcia su Roma. Vittorio Emanuele III non solo non autorizzò le misure militari proposte dal governo Facta per fronteggiare le squadre fasciste ma affidò l’incarico di formare un nuovo governo a Mussolini. Rimasto nell’ambito della legalità sino alle elezioni del 1924, dal 1925 il fascismo si trasformò progressivamente in regime totalitario (soppressione della libertà di stampa e dei partiti e sindacati non fascisti), modificando l’apparato istituzionale italiano (trasformazione del Gran consiglio del fascismo in organo dello Stato; istituzione del Tribunale speciale e dell’OVRA; esautoramento del parlamento e creazione della Camera dei fasci e delle corporazioni), l’organizzazione del lavoro e dell’economia (Carta del lavoro, 1927; creazione dell’IRI, 1933; politica autarchica), e conducendo un’opera sistematica di fascistizzazione della nazione attraverso la scuola e le organizzazioni di massa (Opera nazionale dopolavoro; Opera nazionale Balilla, poi GIL; Opera nazionale maternità e infanzia), nonché un accorto uso dei mezzi di comunicazione e della propaganda. In politica estera, dopo una prima fase in cui il fascismo si propose quale elemento stabilizzatore degli equilibri europei (Patti di Locarno, 1925) e regolò i rapporti con la Chiesa (patti lateranensi, 1929), per buona parte sua sostenitrice almeno sino all’esito negativo delle vicende belliche, l’elemento nazionalista ebbe modo di esprimersi nella conquista dell’Etiopia (1936) e nell’occupazione dell’Albania (1939), mentre quello ideologico ispirò la partecipazione alla guerra civile spagnola contro le forze repubblicane (1936-1939) e l’alleanza con la Germania nazista (patto d’acciaio, 1939). Sull’onda delle vicende belliche, il regime fascista cadde nel luglio del 1943 con l’arresto di Mussolini e il passaggio del governo al generale Badoglio, per avere una appendice nella Repubblica di Salò fondata dallo stesso Mussolini nel settembre successivo. Nonostante la costituzione repubblicana vieti la ricostituzione del partito fascista e preveda sanzioni penali per chi ne esalti principi, metodi ed esponenti, questi hanno costituito il riferimento di movimenti neo fascisti sorti sin dagli anni Cinquanta (v. neofascismo).
Ricerca appunti sul web
Ricerca personalizzata
martedì 24 febbraio 2009
Tema gratis Mussolini
Pubblicato da
Baiox
alle
14:18
Etichette: Temi Storici
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento