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sabato 7 febbraio 2009

Tema gratis ONU un possibile governo nel mondo?

Oggi, mentre si parla sempre più di "villaggio globale" per la rapidità dell'in¬formazione e per la "globalizzazione" del¬l'economia, resta ancora aperto il problema di garantire l'esercizio dei diritti umani e ci¬vili a tutti gli uomini e in ogni parte della Terra. Questo perché in molti Stati i diritti umani e civili vengono violati sistematica¬mente, nonostante solenni impegni vengano ripetutamente assunti in sede internazionale da tutti i governi. A questo proposito, dob¬biamo ricordare che la Dichiarazione uni¬versale dei diritti dell'uomo, votata dal¬l'ONU il 10 dicembre 1948, costituì un pre¬ciso impegno in favoredell 'uguaglianza di tutti gli uomini e del progresso civile e so¬ciale dell'umanità.

Il problema è che bisogna andare oltre il puro e semplice riconoscimento teorico dei diritti dell'uomo, affinché questi venga¬no attuati e protetti, e l'organismo sovrana¬zionale deputato a far questo è proprio l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Uni¬te), il più importante organismo sovranazio¬naIe, che ha la possibilità di rimuovere quei gravi ostacoli di carattere sociale, politico ed economico che, in ogni parte della Terra, possono impedire il rispetto dei diritti.
L'ONU si è più volte rivelata utile ren¬dendo di dominio pubblico atti d'ingiustizia e di violazione dei diritti umani. Questo ha un notevole valore per gli Stati meno forti nei rapporti internazionali e serve a modera¬re l'eventuale comportamento arrogante delle grandi Potenze.
L'ONU può rappresentare il luogo in cui ogni Stato, con pari dignità, può perora¬re la propria causa: essa è una Conferenza permanente di Stati dove si può cercare, in ogni momento, di trovare la soluzione paci¬fica di qualsiasi vertenza.
Per fare questo, però, si rende indispen¬sabile una riforma degli organismi dirigenti dell'ONU stessa, che, a tanti osservatori, non appaiono più al passo con i tempi. La stessa istituzione, importantissima, del Con¬siglio di Sicurezza, dove cinque Paesi, Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Francia e Rus¬sia (che ha ereditato il seggio dell'ex Unio¬ne Sovietica), hanno il privilegio di essere membri permanenti con diritto di veto, co¬stituisce una contraddizione con l'afferma¬zione che gli Stati membri partecipano su un piede di perfetta parità all'Organizzazione stessa. Pertanto si rende necessario allarga¬re, se non proprio riformare completamente, il Consiglio di Sicurezza, aprendolo alla partecipazione di molti altri Paesi, magari a rotazione, ed in ogni modo abolendo l'ana¬cronistico privilegio del diritto di veto riser¬vato alle cinque Potenze. Nessun Paese, per quanto potente, è autonomo, né può disprez¬zare la collaborazione degli Stati più piccoli e deboli.
Si spera così che l'ONU possa rappre¬sentare, in un futuro non lontano, un vero
proprio strumento di governo mondiale, ma, per fare questo, è necessario che una parte della sovranità dei singoli Stati sia rimessa all'organismo internazionale. Bisogna, più che mai, adeguare la funzione dell'ONU alla nuova situazione mondiale, caratteriz¬zata dalla presenza ormai di una sola super¬potenza, gli Stati Uniti d'America i quali, come la guerra in Iraq ha dimostrato, tendo¬no ad agire nello scacchiere internazionale secondo criteri egemonici e scavalcando gli organismi sovranazionali dell'ONU.
Inoltre rimangono ancora aperti gravi problemi, come il terrorismo internazionale, la minaccia all'ambiente, la grande crimina¬lità organizzata, lo sviluppo demografico senza controllo, la fame che attanaglia tante aree povere del Sud del modo, i grandi flussi migratori, il moltiplicarsi dei conflitti a base etnica e regionale. È necessario che l'ONU, affinché diventi un organismo di governo e di ricomposizione dei contrasti locali, abbia essa stessa gli strumenti che ne rendano fa¬cile ed agevole l'intervento nelle situazioni di rischio, innanzi tutto contando su una di¬sponibilità finanziaria non più precaria e sul pronto risanamento dei debiti che con essa hanno gli USA e altri Stati.
È altrettanto indispensabile che l'ONU possa contare su una struttura diplomatica agile e composita, del tutto indipendente da¬gli Stati membri, e su un'analoga struttura militare, anch' essa stabile e indipendente dagli Stati che ne forniscono i contingenti, allo scopo di rendere del tutto autonomi sia l'azione diplomatica sia l'eventuale inter¬vento militare

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