Dopo la guida di Virgilio, simbolo della razionalità, e di Beatrice,
simbolo della teologia, ora a guidare Dante è san Bernardo di Chiaravalle, che rappresenta il momento mistico, il momento che mette in condizione l'uomo di guardare la divinità. Il canto si apre con la preghiera alla Vergine: Dante si trova ormai nell'Empireo, e la guida di san Bernardo serve per prepararlo all'incontro con Dio, pregando la Vergine, il tramite fondamentale tra l'uomo e Dio e sintesi di ogni virtù. La preghiera si articola in due momenti: lode (o elogio), e invocazione (o supplica). Nella prima, si ha l'elogio alla Vergine, come creatura più alta nella gerarchia umana e religiosa, mentre nella seconda, si ha un'autentica supplica perché ottenga, per il poeta, da Dio la grazia della suprema visione e della liberazione da ogni ricaduta nel peccato. La preghiera prosegue ricordando a Dante il suo compito: esortare gli uomini a vincere le passioni e a seguire l'insegnamento del Vangelo. La Vergine accoglie la preghiera ed a Dante è concesso di vedere Dio. Egli ricorda pochissimo di quel momento, solo un'impressione di infinita dolcezza. Il poeta, comunque, si ricorda di aver visto la Trinità, tre cerchi uguali di tre colori, vide il mistero dell'Incarnazione, la coesistenza della natura divina ed umana.
Al verso 6, in tono solenne, vengono descritte le qualità di Maria: è allo stesso tempo vergine e madre, figlia e madre di colui che le è padre e figlio.
Al verso 18 viene sottolineata l'importanza dell'intercessione della Vergine, perché la sua bontà è pari al suo potere, e tale potere è un potere buono e caritatevole, a tal punto che talvolta precorre la domanda di chi chiede il suo aiuto, intervenendo spontaneamente.
Al verso 27 comincia la parte dell'invocazione, per ottenere al poeta la grazia della visione di Dio.
Al verso 117 dapprima Dante vede Dio come unità, ma poi, intensificandosi la sua vista, avverte Dio come trinità; ma non è Dio che muta, è la vista del poeta che si rafforza e s'addentra sempre di più nella luce divina. La Trinità appare come tre cerchi di tre colori, ma di stessa dimensione. Il primo cerchio, il Figlio, appariva riflesso dal secondo, Dio, come un arcobaleno da un altro, ed il terzo cerchio, lo Spirito Santo, appariva come fuoco che spirava in egual misura dagli altri due.
Al verso 132 Il cerchio che simboleggia Cristo, si distingue dagli altri due, poiché al suo interno è dipinta con lo stesso colore l'immagine umana.
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mercoledì 4 marzo 2009
La Divina Commedia Il Paradiso canto 33
Pubblicato da Baiox alle 05:11
Etichette: La divina commedia
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