Il muro crollò e vinse l'umanità
di Mikhail Gorbaciov
Nella Germania Est a livello materiale, si viveva meglio rispetto ad altri paesi "so-cialisti" dell'Europa centrale e dell'Est, ma in termini di libertà politica, la situazione era grave.
Il processo di democratizzazione in Unione Sovietica rese ancora più manifesta l'in-soddisfazione dei cittadini della Germania dell'Est nei confronti del regime repressi-vo del loro paese. Sebbene il governo della Germania occidentale non avesse mai sollevato direttamente la questione dell'unificazione nelle discussioni con Mosca, i leader di Bonn, di regola, si sentivano in dovere di criticare l'anomala divisione al-l'interno del loro paese. La divisione della Germania era un prodotto della storia e la storia stessa, un giorno lo avrebbe risolto.
Senza negare categoricamente la possibilità dell'unificazione, il versante sovietico suggeriva che bisognava dare tempo al tempo per risolvere il problema. Nell'autun-no del 1989, tuttavia, gli eventi iniziarono a svilupparsi a ritmo più rapido in conse-guenza dell'esodo in massa di cittadini della Germania dell'Est verso la Germania occidentale, all'inizio attraverso l'Ungheria, in seguito attraverso la Cecoslovacchia. Alcuni lasciarono il paese con ogni mezzo possibile, a rischio della stessa vita, at-traversando il muro che divideva Berlino Ovest da Berlino Est. All'interno della Germania dell'Est, c'erano scoppi di malcontento e dimostrazioni di massa. I citta-dini della Germania dell'Est capirono allora che l'Unione Sovietica non avrebbe usa-to la forza per prevenire l'unificazione. Questo per loro fu il segnale che la loro vo-lontà di unificare il paese poteva realizzarsi.
La pressione sulla leadership della Germania dell'Est divenne maggiore ed ebbe come risultato le dimissioni della vecchia leadership sotto Erich Honecker, l'apertura della porta di Brandeburgo e la caduta del muro di Berlino.
La riunificazione procedette con calma, senza complicazioni o rotture della stabilità europea. Questa fu una prova del carattere fecondo e prolifico del nuovo pensiero e del nuovo approccio sovietico alla politica estera nell'era della perestrojka. Il risulta-to principale e fondamentale del nuovo pensiero fu che la guerra fredda finì. Termi-nò un periodo prolungato e potenzialmente letale nella storia mondiale, in cui la razza umana aveva vissuto sotto la minaccia costante di un disastro nucleare. Per molti anni, si è discusso su chi avesse vinto e chi perso la Guerra Fredda. A nostro giudizio, questa stessa domanda non fa altro che rendere omaggio al passato e al vecchio modo di pensare in termini di confronto.
Dal punto di vista della ragione, è chiaro che ha vinto l'intera umanità - ogni paese, ogni essere umano. La minaccia di un olocausto nucleare è divenuta storia, a meno che, naturalmente, non si ricada nell'errore. I paesi dell'Europa dell'Est, nel corso della libera espressione della volontà dei cittadini, hanno scelto un loro percorso di sviluppo basato sui loro bisogni nazionali. Il sistema che esisteva nell'Europa cen-trale e dell'Est è stato condannato dalla storia, così come è stato condannato il si-stema che esisteva nell’URSS. Sopravviveva da troppo tempo a se stesso e rappre-sentava un fardello per i cittadini. Questo sistema si sarebbe potuto "salvare" solo in un modo: inviando carri armati, come aveva fatto in Cecoslovacchia nel 1968.
Una delle conseguenze di tale azione ingiustificata poteva essere una guerra gene-rale in Europa. Avvennero, invece, mutamenti essenziali nella vita di tutti i giorni della comunità mondiale: essa venne liberata dal pericolo del confronto e dalla Guerra Fredda e la minaccia di una catastrofe nucleare sparì dalla scena centrale. Iniziò un rinnovamento fondamentale del panorama geopolitico e geoeconomico.
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lunedì 23 febbraio 2009
Tema gratis IL Muro Crollò
Pubblicato da
Baiox
alle
11:17
Etichette: Temi Attualità, Temi Storici
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