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sabato 7 febbraio 2009

Tema gratis Mass Media e Libertà di informazione

L'abitudine di vedere circolare libera¬mente libri, quotidiani, settimanali e di po¬ter scegliere tra molti programmi radio-tele¬visivi ci rende difficile immaginare l'esi¬stenza della censura, che è propria dei regi¬mi totalitari, e il controllo sui mezzi di co¬municazione di massa. Eppure sappiamo che dei mezzi di comunicazione di massa si fa un uso strumentale di propaganda per dif¬fondere le idee e gli orientamenti di chi è al potere.
L'articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana afferma: "Tutti i cittadi¬ni hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure".


È proprio d'ogni Paese democratico garantire la libertà di stampa e d'informa¬zione. Ma questa libertà non può essere in¬tesa solo come possibilità teorica di pubbli¬care, ad esempio, giornali e periodici: a que¬sto riguardo è opportuno che si tenga pre¬sente che, per stampare un giornale e diffon¬derlo, occorrono, con le idee, anche i mezzi fmanziari.
La libertà di stampa e d'informazione
comporta l'individuazione delle condizioni per l'esercizio di un effettivo pluralismo, cioè presenza di giornali e reti radiotelevisi¬ve di diverso orientamento culturale e poli¬tico, e correttezza e onestà nell'informare il lettore. Infatti il pluralismo permette il con¬fronto delle idee e dei giudizi, perciò è pre¬messa e fondamento di maggiore libertà. Ma il pluralismo può essere minacciato dal¬la concentrazione dell'informazione nelle mani di pochi proprietari.
I grandi mezzi di comunicazione di massa presentano un alto tasso di ambiguità. Se da un lato rimpiccioliscono il mondo, mettendoci in contatto con uomini e culture lontani da noi, consentendoci di partecipare all'esperienza del mondo e di vivere nella storia e nella contemporaneità, dall' altro ri¬schiano di divenire strumenti massificanti e alienanti, un narcotico così suggestionante da lasciarci in balia di chi li gestisce. Se, da un lato, i media permettono un'informazio¬ne potenzialmente amplissima, dall'altro tale potenzialità si riduce di fatto ad un nu¬mero esiguo di notizie accuratamente sele¬zionate e filtrate da gruppi di potere politico ed economico che, attraverso lotte aperte e sotterranee, cercano di controllare stampa, radio, televisioni.
E i media, in mano al potere, oltre che a rafforzarlo, divengono sempre delle terribili macchine di costruzione del consenso, attra¬verso il blocco delle informazioni pericolo¬se per gli equilibri esistenti, il controllo dei canali informativi, ingigantendo o minimiz¬zando e persino inventando le notizie.
A fronte di questi pericoli, s'impone la necessità di una continua battaglia per la li¬bertà d'informazione, esercitando, attraver¬so adeguati strumenti indicati dalle leggi, un controllo democratico che impedisca la con¬centrazione della proprietà delle testate giornalistiche e delle catene televisive e ra¬diofoniche, comunque camuffate, e soddisfi l'esigenza di una pluralità di fonti d'infor¬mazione.
Ma non basta: occorre attivare altri meccanismi protettivi per difendersi dai pe¬ricoli che i media comportano. Si deve cioèreagire, operando non solo là dove la comu¬nicazione parte, ma là dove la comunicazio¬ne arriva; in altri termini, deve essere il de¬stinatario dell'informazione a difendersi, sia attraverso la fruizione critica, sia attraverso la controinformazione (o informazione al¬ternativa) per mezzo dei micromedia o mez¬zi di comunicazione leggeri: dal manifesto murale al cortometraggio cinematografico, dalla TV via cavo alla stampa alternativa, dalle radio locali alle TV di quartiere.
Per fruire criticamente di un messaggio trasmesso dai mass-media, occorre cono¬scere il meccanismo del loro funzionamen¬to, la possibilità che essi e chi li gestisce hanno di mistificare la realtà. A volte basta un titolo confezionato con abilità, un agget¬tivo piuttosto che un altro, un corsivo, per stravolgere una notizia. Stesse immagini poste in sequenza diversa cambiano di si¬gnificato e trasmettono un messaggio diver¬so; un'inquadratura dall'alto in basso o dal basso in alto connota diversamente. Occorre quindi essere in grado d'interpretare il codi¬ce secondo il quale è stato costruito quel messaggio, e rendersi conto dei valori ideo¬logici che tale codice veicola e di quali ri¬sposte intende suscitare l'emittente.

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