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mercoledì 25 febbraio 2009

Tema gratis Filosofia Darwin

Darwin, Charles (Shrewsbury, Shropshire 1809 - Down, Kent 1882), naturalista britannico, fondatore delle teorie dell'evoluzionismo e della selezione naturale, le quali continuano ancora oggi a esercitare un'enorme influenza sulle scienze naturali e, più in generale, sullo sviluppo del pensiero moderno.

Darwin nacque in una famiglia agiata e culturalmente raffinata: il nonno materno, Josiah Wedgwood, fu un imprenditore di successo nel campo della ceramica e della porcellana, mentre il nonno paterno, Erasmus Darwin, fu un celebre naturalista del suo tempo. Si iscrisse a medicina all'università di Edimburgo, senza tuttavia portare a termine gli studi poiché nel 1827 si trasferì a Cambridge con l'intenzione di intraprendere la carriera ecclesiastica. Qui Darwin incontrò due personalità decisive per l'elaborazione delle sue teorie: il geologo Adam Sedgwick e il naturalista John Stevens Henslow, i quali contribuirono a rafforzare i suoi interessi per l'osservazione meticolosa dei fenomeni naturali. Grazie alla raccomandazione di Henslow, nel 1831 Darwin riuscì a imbarcarsi sul Beagle, un brigantino britannico in partenza per una spedizione di ricognizione scientifica intorno al mondo, in qualità di naturalista non stipendiato. Darwin aveva allora solo 21 anni e si era appena laureato. Darwin trascorse gli ultimi anni della sua vita a cercare soluzioni alle questioni sollevate da L'origine delle specie. Nelle opere successive, tra cui The Variation of Animals and Plants Under Domestication (1868), The Descent of Man (1871) e The Expression of the Emotions in Man and Animals (1872), espose in maggiore dettaglio alcuni argomenti che nell'opera maggiore erano stati solo accennati. L'importanza dell'opera di Darwin fu riconosciuta dai suoi contemporanei mentre era ancora in vita, con l'elezione a membro della Royal Society (1839) e dell'Accademia delle scienze francese (1878). Alla sua morte fu sepolto nell'abbazia di Westminster.
Il viaggio di Darwin
Il viaggio a bordo del brigantino durò cinque anni e permise al giovane naturalista di compiere numerose osservazioni, di natura sia geologica sia biologica, sulle isole e sui continenti incontrati lungo il percorso. In particolare Darwin rimase colpito dall'enorme varietà di forme presenti sulla superficie terrestre, nei fossili e negli organismi viventi. Darwin notò analogie tra alcuni fossili di specie estinte e le specie viventi, appartenenti a una stessa area geografica. Durante la sua permanenza sulle isole Galápagos, situate al largo della costa dell'Ecuador, riscontrò differenze di struttura anatomica e di abitudini alimentari tra le popolazioni di animali simili, presenti sulle diverse isole, quali le testuggini, i tordi beffeggiatori e i fringuelli. Entrambe queste osservazioni condussero Darwin a domandarsi se potessero esistere legami di qualche genere tra organismi distinti, ma simili.
Teoria della selezione naturale
Caratteristiche come la ricca diversità della vita, la perfezione apparentemente magica degli adattamenti degli organismi viventi e la stupefacente complessità delle loro strutture anatomiche, per secoli sono state spiegate esclusivamente con la creazione divina. Alternative a questa spiegazione sono state ipotizzate ripetutamente nel corso della storia da alcuni singoli pensatori. Il concetto della modificazione delle specie in altre specie, già elaborato dagli antichi greci, rimase nell'ombra fino al XVIII secolo, quando ricomparve nelle idee di alcuni studiosi moderni come Pierre de Maupertuis, Erasmus Darwin e Jean-Baptiste de Lamarck. Al suo ritorno in Gran Bretagna nel 1836, Darwin si stabilì a Londra e iniziò a mettere per iscritto le sue idee sulla variazione delle specie (Notebooks on the Transmutation of Species). Grazie alla lettura di Malthus (An Essay on the Principle of Population), Darwin intuì che tutte le specie animali e vegetali dovessero necessariamente essere in competizione l'una con l'altra per la loro esistenza e per la loro perpetuazione nelle generazioni successive: in base, cioè, alla teoria della selezione naturale, solo gli individui che riuscivano ad avere la meglio nella lotta per l'esistenza con gli altri animali arrivavano a riprodursi, trasmettendo alla generazione successiva i caratteri ereditari che ne avevano favorito la sopravvivenza. Darwin ipotizzò, inoltre, che tutti gli organismi affini discendessero da antenati comuni e che anche il globo terrestre fosse una delle strutture naturali sottoposte a pressione evolutiva. Nel 1838 completò la prima bozza della sua teoria dell'evoluzione per mezzo della selezione naturale, che perfezionò nei due decenni successivi. Nel 1839 sposò una cugina, Emma Wedgwood, e poco dopo si trasferì in una piccola proprietà nel Kent (Down House), dove rimase fino alla morte. L'ipotesi di Darwin fu esposta per la prima volta nel 1858 in un articolo presentato contemporaneamente da Alfred Russel Wallace, un giovane naturalista che era giunto indipendentemente da Darwin a elaborare l'ipotesi della selezione naturale come meccanismo di evoluzione delle specie. La teoria completa di Darwin fu pubblicata nel 1859 in un libro intitolato Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale, che ebbe grande successo.
Reazioni alla teoria di Darwin
La reazione della comunità scientifica alla pubblicazione dell'Origine delle specie fu immediata. Alcuni biologi sostennero che Darwin non era in grado di dimostrare sperimentalmente le proprie teorie; altri lo criticarono affermando che egli non poteva spiegare né l'origine delle variazioni, né il modo in cui esse vengono trasmesse alle generazioni successive. La risposta a questa seconda obiezione venne all'inizio del XX secolo, con la riscoperta delle leggi di Mendel e i primi esperimenti genetici. Ancora oggi le teorie di Darwin sono soggette a numerose controversie e vengono osteggiate in modo particolare da alcuni ambienti religiosi. La concezione che tutti gli esseri viventi si siano evoluti gli uni dagli altri per mezzo di processi naturali si contrappone, infatti, alla speciale posizione riservata all'umanità secondo la teoria della creazione dell'uomo per volere di un'entità superiore. L'ipotesi di Darwin rappresenta, cioè, una minaccia per il pensiero teologico tradizionale, poiché pone gli esseri umani sullo stesso piano degli altri organismi viventi.
Darwinismo sociale
La Teoria sociale darwiniana è una teoria formulata nel XIX secolo, secondo cui lo sviluppo di individui e società seguirebbe gli stessi principi individuati da Charles Darwin nella sua teoria dell'evoluzione biologica attraverso la selezione naturale. I darwinisti sociali ritengono che gli individui, così come gli animali e le piante, competano per sopravvivere e, per analogia, competano anche per avere successo nella vita: gli individui che diventano ricchi e potenti sarebbero anche i più adatti, quelli che appartengono invece alle classi meno abbienti sarebbero i meno adatti. In questa prospettiva i darwinisti sociali sostengono anche che il progresso umano dipende essenzialmente dalla competizione. La teoria sociale darwiniana, che fu impiegata anche per fornire presupposti filosofici e legittimatori all'imperialismo, al razzismo e al capitalismo senza regole, fu definitivamente superata nel XX secolo, quando le scoperte scientifiche ridimensionarono il ruolo della selezione naturale sia nella teoria evoluzionistica sia nella sua versione sociale, sottolineando la preminenza degli aspetti culturali su quelli psicologici come fattori di mutamento.

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