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venerdì 27 febbraio 2009

Tema gratis La filosofia

«Che vuol dire “filosofia”» non è affatto una domanda semplice.

Per capire appieno il significato della semplice parola, bisogna tornare indietro nei secoli, fino a giungere all’alba della civiltà occidentale. Siamo a Mileto, Asia Minore, settimo secolo avanti Cristo. Qui, come nelle altre colonie greche, la forma di governo è la polis, una delle prime forme democratiche dell’umanità, e il commercio è così fiorente che i cittadini distolgono l’attenzione dai bisogni primari dell’uomo.
Physis e kosmos
Viviamo in un mondo stupendo. Quest’affermazione segna la nascita della filosofia. Nasce il concetto di physis, ovvero di Natura, di ambiente che circonda e comprende l’uomo. Non basta. La natura non è solo natura, è anche kosmos, ordine: viviamo in una natura che inspiegabilmente ha un suo ordine intrinseco, che le permette di fiorire e di non degenerare in kaos, cioè in disordine. E la filosofia nasce da qui, dal tentativo di eliminare l’avverbio “inspiegabilmente” dalla frase precedente. L’uomo osserva, scruta la natura, e si stupisce. La physis è il delon, ciò che si vede. Lo stupirsi che deriva dall’osservazione della natura in greco veniva chiamato thaumazein, “meravigliarsi”. Un filosofo si stupisce della bellezza e dell’ordine della natura che vede e che lo circonda. (l’udito viene considerato la fonte della fede da S. Paolo: “Fides ex auditu”).
Philos e sophia
E ora torniamo alla domanda di partenza. Che vuol dire “filosofia”? Innanzitutto, è una parola composta da “philos”, amore, e “sophia”, sapienza o conoscenza. Il filosofo è colui che ama la sapienza, la verità (ricordiamo la frase di Aristotele “Amicus Plato, sed magis amica veritas”: Aristotele non può non contraddire il suo amico e maestro Platone perché prima di ogni altra cosa ama la verità). Colui che la cerca, ma non la possiede (“Solo gli dei possiedono la verità, noi filosofi siamo miseri ricercatori” diceva Platone). La filosofia è amore, come anche Amore è filosofo (a detta di Socrate nel “Simposio” di Platone). Non solo: è un amore completamente disinteressato (theorein: osservare disinteressatamente). La verità è dichiarata dal filosofo in quanto tale, senza alcun secondo fine. E per amore della verità, il filosofo deve essere pronto a confutare o a lasciar confutare il proprio pensiero. Filosofare non è né erizein (sostenere una tesi, qualunque essa sia), né demagorein (dire ciò che gli altri vogliono che si dica, come l’arringare la folla in cerca di consenso).
Metodo della filosofia
Logos in greco ha svariati significati. È la parola, il parlare ed il discordo, è la logica e quindi la verità, è la ragione umana. La filosofia è strettamente legata al logos perché è un discorso, e soprattutto è un discorso logico; una discorso filosofico non può essere aporetico, perché non avrebbe senso: a differenza della religione, la filosofia è una ricerca razionale della verità.
Possiamo raggruppare gli interessi della filosofia in tre grandi aree: la teologia (da theos, dio: c’è un dio? E se c’è, qual è la sua natura?), la cosmologia (da kosmos, ordine ma anche universo) e l’antropologia (da anthropos, uomo: qual è il ruolo dell’uomo all’interno dell’universo?).
Filosofia e mythos
Mythos in greco vuol dire “parola”, “racconto”. I miti sono i primi tentativi di dare una risposta agli interrogativi dell’uomo. I miti, però, al di là un loro significato razionale intrinseco chiamato mitologema, non sono un tentativo uniforme di spiegazione razionale dell’universo. I primi filosofi prendono coscienza di questo fatto e cominciano ad elaborare una loro spiega

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