In base ai principi del liberismo economico, gli economisti classici e neoclassici del XIX secolo ritenevano che il meccanismo automatico di formazione dei prezzi nel mercato fosse da sé capace di assicurare la piena occupazione dei fattori della produzione e, con ciò, il conseguimento del massimo livello del Reddito Nazionale consentito dalle risorse disponibili.
Ma nella seconda metà del XIX secolo cominciarono a farsi strada politiche aventi finalità di sviluppo e redistribuzione del Reddito Nazionale, incominciò così un nuovo intervento dello Stato in settori nuovi, come la sanità e l’istruzione in modo da avvantaggiare le categorie meno ambienti.
Per effetto della grande crisi del 1929, diminuì la fiducia riposta nella capacità dei sistemi economici di raggiungere posizioni di equilibrio di piena occupazione dei fattori produttivi. Si affermarono nuove concezioni di politica economica, legate al pensiero dell’economista Keynes, dice che l’attività finanziaria pubblica è considerata uno strumento di politica economica: un mezzo di cui lo Stato può servirsi allo scopo di promuovere lo sviluppo economico, correggere gli squilibri del mercato e attuare una più equa distribuzione del Reddito Nazionale.
Secondo concezioni recenti liberiste, ritengono che l’intervento dello Stato nell’economia debba essere ridimensionato per lasciar maggior campo al libero gioco dell’iniziativa privata.
Le condizioni di equilibrio del sistema
Il sistema si trova in equilibrio quando l’offerta globale e pari alla domanda globale.
L’offerta globale e l’insieme dei beni e dei servizi che sono stati prodotti o importati nel Paese in un determinato periodo di tempo, e cioè dal Reddito Nazionale.
La domanda globale è formata da due aggregati: i consumi (domanda di beni e servizi finali) e gli investimenti (domanda di beni e servizi intermedi), cui si aggiunge il flusso delle esportazioni.
La domanda dei consumi privati proviene dalle famiglie, che a tal fine spendono, in tutto o in parte, il loro reddito monetario. La parte di reddito non destinata ai consumi costituisce il risparmio delle famiglie.
La domanda per gli investimenti privati proviene dalle imprese, le quali si procurano finanziamenti necessari ricorrendo al mercato dei capitali.
La condizione essenziale per l’equilibrio del sistema è che tutto il denaro risparmiato dalle famiglie affluisca al mercato dei capitali e venga investito dalle imprese. Per assicurare stabilità al sistema occorre che vi sia una certa proporzione fra la domanda per i consumi e quella per gli investimenti. Se il livello dei consumi è alto mentre quello degli investimenti è basso, le imprese non hanno strutture adeguate per espandere la produzione e far fronte alla domanda dei consumatori. Se invece l’entità degli investimenti è elevata mentre quella dei consumi è scarsa, le imprese si trovano ad avere impianti e attrezzature con una potenzialità produttiva superiore al necessario. Se la domanda è adeguata può aversi un equilibrio di piena occupazione, se la domanda è scarsa può aversi un equilibrio di sottoccupazione, se è eccessiva può aversi un’inflazione da domanda.
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domenica 1 marzo 2009
Appunti economia gratis : Il ruolo dello stato
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